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Nepi e il Grand Tour del XVII secolo.

Il Grand Tour era un lungo viaggio nell’Europa continentale intrapreso dai ricchi giovani dell’aristocrazia e uomini di stato europei per perfezionare la loro educazione e il loro sapere. I giovani erano desiderosi di arricchire la loro formazione nelle più svariate discipline, dalla botanica alla mineralogia, dalla storia dell’arte alla pittura. Le origini del Tour iniziano dal XVI secolo per poi toccare il suo apice tra il XVII e il XVIII secolo. Il viaggio aveva una durata non definita e poteva durare dai pochi mesi fino ad alcuni anni, quindi solo i più ricchi potevano permettersi di metterlo in pratica. Anche il termine turismo ebbe origine proprio dal Grand Tour. Una delle mete preferite era l’Italia, con i suoi monumenti, i resti archeologici e le sue collezioni d’arte e antiquariato. Durante il Grand Tour, i giovani imparavano a conoscere la politica, la cultura, l’arte e le antichità dei paesi europei. Passavano il loro tempo facendo giri turistici, studiando e facendo acquisti. Infatti durante il viaggio i giovani potevano acquistare, secondo le loro possibilità e i mezzi, numerose opere d’arte e cimeli, e visitare numerose città d’arte con i loro reperti riscoperti da poco. Tanti pittori e paesaggisti si spostarono nei dintorni di Roma per ritrarre la natura incontaminata. Il giovane artista armato di taccuini di appunti del viaggiatore, immortalava ciò che vedeva attraverso annotazioni, schizzi e bozzetti di rapida esecuzione, registrava pensieri e sensazioni, ma soprattutto fermava, nell’impressione del momento, la vera identità dei luoghi, fatta di oggetti, persone, ambientazioni, colori, luci, atmosfere inedite. Dal carnet de voyage del Grand Tour, emerse così un repertorio iconografico che mostra una diversa immagine dei paesaggi architettonici ed urbani meridionali, una realtà filtrata dalla sensibilità umana e culturale dell’osservatore, che diventa strumento per l’interpretazione originale di contesti urbani e territoriali, per coglierne aspetti inediti o trascurati o per verificarne trasformazioni e permanenze. Per il Grand Tour furono scritti anche dei manuali di sopravvivenza, ossia come proteggersi dalle cimici e pulci dei letti di fortuna in cui si doveva dormire durante il percorso, oppure quanto pagare un pasto o una colazione e addirittura quanto pagare la compagnia di una notte. Nepi per la sua vicinanza con Roma, ad una sola giornata di carrozza, e attraversata dalla via Amerina e dalla via Francigena, divenne una delle mete più ambite per molti viaggiatori del Grand Tour. Le forre selvagge e incontaminate, scavate dalla millenaria azione erosiva dei torrenti nel tufo, l’altopiano boschivo sormontate dallo sfondo del Monte Soratte, gli scorci del grande Castello Borgiano, l’acquedotto, resero questo paesaggio molto amato da illustri protagonisti del Grand Tour e divennero i soggetti privilegiati di acquerelli, schizzi, pitture a olio, cronache e diari di viaggio. Tra i tanti protagonisti del Grand Tour che visitarono Nepi, e che le cui opere sono conservate nei musei e nelle biblioteche di mezza Europa troviamo:

  • Joseph Mallord William Turner (Londra, 23 aprile 1775 – Chelsea, 19 dicembre 1851), che visitò la città durante il suo viaggio in Italia, del 1828. William Turner, che visitò la città durante il suo viaggio in Italia, del 1828. A Nepi esegue alcuni schizzi di studio nel suo taccuino, interessandosi alla forra sotto l’abitato, il cui sfondo è costituito dal Monte Soratte. Compie alcuni schizzi dell’Acquedotto, inserendo anche dei dettagli della struttura, e della Torre civica del Palazzo Comunale ed infine, l’immancabile Rocca dei Borgia. Oggi questi fogli sono conservati alla Tate Gallery di Londra.
  • Jean-Baptiste Camille Corot (Parigi, 26 luglio 1796 – Ville-d’Avray, 22 febbraio 1875), che tra il 1826 e il 1827, dipinse 30 opere in queste zone, circa un quarto della produzione pittorica che egli eseguì in Italia.
  • Claude Félix Théodore Caruelle d’Aligny (Saint-Aubin-des-Chaumes, 24 gennaio 1798 – Lione, 24 febbraio 1871) è stato un pittore francese. Nel 1822 si trasferì con l’amico Pierre Thuillier a Roma, dove incontrò Camille Corot, di cui subì l’influenza nella pittura dei paesaggi. In quel periodo visitò le campagne di Nepi dove dipinse numerosi paesaggi. Nei dipinti storici, Aligny rimase fedele allo stile accademico. Dal 1860 al 1872 diresse la Scuola di Belle Arti di Lione. Molte opere di queste zone sono custodite nei musei francesi.
  • Peter Birmann Mauern von Nebbi (1758–1844), che nel 1789 dipinse paesaggi di Nepi.
  • John Newbott (1805 – 1867), dipinse paesaggi di Nepi custoditi al Martin von Wagner Museum.
  • Valentin Carderera (1883 – 1884), dipinse paesaggi di Nepi custoditi nella Galleria Biografica di artisti spagnoli del XIX secolo. Vista panoramica della città di Nepi con il suo acquedotto romano – Capitole della Sabina. Ossorio e Bernard, Manuel. Galleria biografica degli artisti spagnoli del XIX secolo, 1883-1884.
  • Henry H. Cook (British, London 1819–1890), dipinse paesaggi di Nepi tra il 1841 e il 1850.
  • Herman Gustaf of Sillén (1857-1908) è stato un pittore svedese che ha studiato a Parigi e Berlino e altri luoghi.Le opere di Sillen affascinano i loro spettatori attraverso la resa realistica delle superfici dell’acqua. Nel 1787 dipinse alcuni disegni dei dintorni di Nepi.
  • Johann Joachim Faber (12 aprile 1778 ad Amburgo – 2 agosto 1846 ad Amburgo) è stato un paesaggista nato ad Amburgo. Nel suo viaggio in Italia in compagnia di J. A. Koch e Reinhardt, è stato indotto ad adottare la pittura di paesaggio, in cui è più conosciuto. Nel 1830 dipinse alcuni disegni dei dintorni di Nepi.
  • William James Linton (7 dicembre 1812 – 29 dicembre 1897) era un intagliatore del legno di origine inglese, pittore paesaggista, riformatore politico e autore di memorie, romanzi, poesie e saggistica.
  • Joseph Coiny (1795, Parigi-1829) è stato un incisore francese. Era il figlio dell’incisore Jacques Joseph Coiny . Ha vinto il Prix de Rome per l’incisione nel 1816.
  • Penry Williams (1802 – 27 luglio 1885) fu un artista gallese che trascorse gran parte della sua vita a Roma.
  • Henry Newbolt (Bilston, 6 giugno 1862 – Londra, 19 aprile 1938) è stato un poeta e politico inglese. L’opera di Newbolt facesse parte della collezione di Johann Martin von Wagner (1777-1858), artista e archeologo che trascorse del tempo a Roma.
  • Samuel Prout (17 settembre 1783 – 10 febbraio 1852) è stato un acquarellista britannico e uno dei maestri della pittura architettonica ad acquerello. John Ruskin, il cui lavoro spesso emulava quello di Prout, scrisse nel 1844: “A volte mi stanco di Turner, ma mai di Prout”. Prout è spesso paragonato ai suoi contemporanei; Turner, Gainsborough, Constable e Ruskin, a cui insegnava. A Nepi nel 1836 realizzò il Castle of Nepi.
  • Knoblauch Julius (1860-1887), il 21 gennaio 1883 realizzò un disegno del corso di Nepi e palazzo Giannelli, conservata all’Architekturmuseum der Technischen Universität Berlin.
  • Attilio Zuccagni Orlandini (Fiesole 1784-Firenze 1872), autore del grande Atlante geografico fisico e storico d’Italia. Realizzò una veduta di Nepi – Delegazione di Viterbo Stampa Antica del 1800 contenuta nell’atlante.
  • Elizabeth Campbell (1824) dipinse alcuni paesaggi Nepi nel Grand Tour che fece in Italia nel 1824. Le opere realizzate ad acquerello e matita sono delle dimensioni di circa 29cm x 20cm. Tra quelle realizzate troviamo il Castello di Nepi, l’Acquedotto Gotico di Nepi strada per Roma e il paesaggio di Nepi e il monte Soratte.
  • Edward Lear (1812-1888), era un artista, illustratore, musicista, autore e poeta inglese, ora noto soprattutto per le sue assurdità letterarie in poesia e prosa e soprattutto per i suoi limerick, una forma che rese popolare. Le sue principali aree di lavoro come artista erano triplici: come disegnatore impiegato per illustrare uccelli e animali, realizzando disegni colorati durante i suoi viaggi, che ha rielaborato in seguito, a volte come piatti per i suoi libri di viaggio, come illustratore di Alfred, le poesie di Lord Tennyson. A Nepi dipinse alcuni paesaggi tra cui: Nepi, con il monte Soratte.
  • Félix-Hippolyte Lanoüe (14 ottobre 1812, Versailles – 21 gennaio 1872, Versailles) è stato un paesaggista francese del XIX secolo. Intorno al 1830, divenne allievo di Jean-Victor Bertin, quindi entrò nella bottega di Horace Vernet all’École des beaux-arts de Paris. Fu premiato per il suo uso della prospettiva nel 1832 e si classificò al secondo posto per i paesaggi storici al Prix de Rome del 1837. Seguirono altri viaggi dove dipinse scene en plein aire. Il suo passaggio stilistico dal naturalismo al romanticismo avvenne in un momento in cui quest’ultimo aveva iniziato a guadagnare il favore della borghesia. Molte delle sue opere sono state acquistate dal governo francese. A Nepi dipinse Le château de Nepi 1854 olio su tela.
  • Adolf Johann Hoeffler (24 dicembre 1825 a Francoforte sul Meno – 19 marzo 1898 ibid) è stato un paesaggista e disegnatore tedesco. Girava il mondo disegnando ritratti con cui si guadagnava da vivere. Da questi viaggi di studio ha portato dei bozzetti che ha portato con sé al suo ritorno in Germania e che ha usato come modelli per i dipinti ad olio. Successivamente si è dedicato ai motivi paesaggistici. Ha anche visitato l’Italia e in particolare Nepi dove ha realizzato dei dipinti di Nepi. Ha pubblicato diari di viaggio illustrati su Harper’s Magazine e ha anche insegnato allo Städel Art Institute.
  • John Glover (18 febbraio 1767-9 dicembre 1849) è stato un artista australiano di origine inglese durante il primo periodo coloniale dell’arte australiana. In Australia è stato soprannominato “il padre della pittura paesaggistica australiana”. Nel 1820 ha ritratto alcuni paesaggi del territorio di Nepi.
  • Iván Count von Forray (17 aprile 1817 a Săvârşin, contea di Arad impero austriaco – 27 giugno 1852 Vienna), I suoi appunti di viaggio e disegni furono pubblicati da sua madre, Julie Brunswik von Korompa, dopo la sua morte. Dopo il ritorno in Europa, ha continuato a viaggiare, visitando la valle del Reno e Parigi. Nel 1842, sua madre gli diede la sua parte dell’eredità di suo padre, rendendolo proprietario della tenuta di Săvârşin. Nel 1842 dipinse uno scorcio dal titolo: Le rovine di Nepi in Italia.
  • Bertel Thorvaldsen, (Copenaghen, 17 novembre 1770 – Copenaghen, 24 marzo 1844), scultore danese, esponente del Neoclassicismo e maggior rivale di Canova. Durante il Grand Tour del 1820 in ritorno dal viaggio che fece con dei suoi amici da Terni a Roma, si fermano alla stazione di posta di Narni e poi proseguono ad Otricoli dove cambiano cavallo. La sera del 15 dicembre 1820 arrivano a Nepi. Il giorno seguente dopo aver visitato la città ripartono per Roma, come descritto in un documento che riporta le note spese del viaggio e il dettaglio del passaggio con nota spese e piccolo diario del viaggio del 1820 e in cui vengono riportati i costi sia in moneta danese che in scudi e baiocchi romani.
  • E. Fries Gez Bei P. Wagner, in Carlsruche L. Kuntz Lith. 1826.
  • Massimo d’Azeglio (Massimo Taparelli, marchese d’Azeglio (Torino, 24 ottobre 1798 – Torino, 15 gennaio 1866), politico, patriota, pittore e scrittore italiano, nel maggio del 1821 dipinse numerose opere in queste zone. Nella sua visita a Nepi in compagnia di Michelangelo Pacetti, aveva raggiunto il Verstappen; si stabilì a Castel Sant’Elia Sant’Elia nel maggio del 1821 dipinse alcune opere in queste zone e da qui si sposto nei paesi limitrofi per disegnare numerosi scorci del territorio, come il dipinto “Sosta di un convoglio militare, olio su tela conservato nella Galleria Arte Moderna di Torino”. Nel libro “I miei ricordi”, descrive la sua avventura attraverso il territorio nepesino: Una delle più belle e pittoresche parti della campagna romana è quella che incomincia a Nepi, e si stende fino al Tevere per larghezza; per lunghezza giunge sino ad Otricoli ed anco fino a Narni. I forestieri, i touristi, non ne seppero mai nulla sino ad oggi. …Questa regione veduta in distanza, sembra una pianura leggermente ondulata: chi invece ci si inoltra, si trova ad un tratto sul ciglio di larghi burroni che solcano il suolo ed in fondo à quali corre un piccolo torrente. …Le pareti di queste voragini sono per lo più grandiosi squarci di rocce a perpendicolo, talvolta scoscendimenti erbosi o vestiti di boscaglie. Il fondo è fresco e verdeggiante pei grandi alberi ed ombre opache, le correnti, i filetti d’acqua, i ristagni ove questa impaluda; che ora si vedono e riflettono il verde della campagna o l’azzurro del cielo, ora rimangono confusi o celati sotto la volta di una robusta fitta vegetazione. Non ho mai veduto un più ricco tesoro di bellezze naturali per lo studio di paese.
  • Hans Christian Andersen (Odense, 2 aprile 1805 – Copenaghen, 4 agosto 1875) è stato uno scrittore e poeta danese, celebre soprattutto per le sue fiabe. Nel primo dei suoi ventinove viaggi, lo compie in Italia, sulle orme di Goethe, tra 1833 e il 1834. Andersen riporta il seguente fatto raccontatogli dalla sua guida: «Qui l’anno scorso un inglese è stato ucciso dai briganti… (raccontò la nostra guida) …è stata la banda dei monti Sabini, la chiamavano così anche se, per così dire, erano di casa in tutti i monti fra Roma e Terni! Adesso le autorità si danno da fare, e così sono riusciti a mettere le mani su questi tre poveretti! Io li ho visti portare in città incatenati su un carro. Vicino alla porta stava la maga Fulvia dei monti Sabini, come la chiamavano noi, era vecchia e pur sempre giovane, conosceva bene il modo con cui più di un frate avrebbe potuto conquistarsi il cappello di cardinale; vedendoli passare predisse loro il destino con un linguaggio fiorito. In seguito dissero che si trattava di avvertimenti segreti, che era in combutta con loro. Quest’anno hanno preso la vecchia e molti altri briganti, la sua ora era venuta, e adesso la sua testa sogghigna sulla porta di Nepi. Negli appunti del suo secondo viaggio italiano nel 1840-41 racconta della lugubre Civita Castellana e l’angusta Nepi. Quest’ultima, un paese che può vantarsi di aver raggiunto la più alta vetta del sudiciume e del disfacimento, con i palazzi che sembrano abbandonati ai topi e ai pipistrelli, ma che aveva comunque trovato posto anche nel romanzo d’esordio di Andersen, il quasi autobiografico “L’improvvisatore”, scritto durante il primo viaggio.
  • Johann Jakob Frey (Basilea 1813 – Roma 1865), pittore. Tra il 1836 e il 1839 Frey si recò a Nepi, Tivoli, Velletri, Grottaferrata, Spoleto e Assisi.
  • Gregorio Guglielmi (1714-1773), il pittore romano che operò in varie città del mondo tedesco. Nel 1757, mentre lui si rimetteva sulla strada per Vienna, pronto a dedicarsi a un capitolo tra i più significativi della sua vita, sua moglie aveva affidato il figlio al Collegio Calasanzio di Roma e si era trasferita in un monastero di clausura di Nepi…”.
  • Adolf Wilhelm Theodor Stahr (22. Oktober 1805 Prenzlau; 3. Oktober 1876 Wiesbaden) era uno scrittore e storico letterario tedesco. Nel 1854 scrisse “Un anno in Italia. “29 aprile 1846. Dirigendoci verso Nepi, che con le sue antiche fortificazioni e condotte dell’acqua offre un panorama grandioso, attraversammo qualche leggiadro querceto. Le pietre tufacee sparse in gran numero sul terreno sono state frantumate dai terremoti. Nelle profonde fessure, tra le pareti a strapiombo, scrosciano i ruscelli…”.
  • Wilhelm Johann Jakob Heinse (Langewiesen, 16 febbraio 1749 – Aschaffenburg, 22 giugno 1803) è stato uno scrittore tedesco. Tra il 1780 e il 1783 scrisse “Sämmtliche Werke”. “7 luglio 1783. …si gonfia e tutto si trascina, carrozze e persone, sul lato fiorentino, accanto a loro c’è Nepi e Castello. Il monte S. Oreste prende probabilmente il nome dai libri di località. IO. Dal viaggio in Italia”.
  • Johann Gottfried Seume (Poserna, 29 gennaio 1763 – Teplice, 13 giugno 1810) è stato uno scrittore tedesco. Nel 1802 in Italia scrisse “La passeggiata a Siracusa del 1802 “..Un vecchio ponte conduce da Borghetto su una selvaggia e romantica gola rocciosa, e Pio sesto ha costruito un nuovo ponte per Nepi…”.
  • Friedrich Wilhelm Freiherr von Erdmannsdorff (18 Mai 1736 Dresden – 9 März 1800 Dessau), era un architetto e teorico dell’architettura tedesco e uno dei rappresentanti più significativi del neoclassicismo tedesco durante l’Età dell’Illuminismo. In Italia tra il 1765 e il 1766 scrisse “Diario storico-artistico di un principe in viaggio di istruzione per l’Italia. “… Ora si chiama Nepi. I veienti e faleri (o falisci) erano …”.
  • Lewald Fanny (Königsberg 1811 – Dresda 1889), scrittrice tedesca. Nel 1847 in Italia scrisse “Un libro illustrato (Italienisches Bilderbuch, 1847) “…A Nepi, come pure a Civita Castellana, che ospita nella sua prigione di Stato parecchi reclusi provenienti dalla Romagna, in tutte le locande e i caffè in cui mettemmo piede, si parlava solo della rivolta di Rimini e Bologna…”.
  • William Brockedon (Totnes, 13 ottobre 1787 – Londra, 29 agosto 1854) è stato un pittore, scrittore e inventore britannico. Nel 1835 scrisse la “Guida to Italy”. “…Da Civita Castellana a Nepi e Monterosi, la strada attraversa il sito dell’antica foresta ciminiana…”.
  • Federico Leopoldo di Stolberg-Stolberg (Bad Bramstedt, 7 novembre 1750 – Osnabrück, 5 dicembre 1819) fu un poeta, giurista e traduttore tedesco. Scrisse “Viaggio in Germania, Svizzera, Italia e Sicilia. “12 ottobre 1792. …Nepete apparteneva proprio a quest’area che abbiamo guidato poco prima. Si chiama sempre Nepi. Il Vejenter e il Falerier (o Faliscer) erano Popoli Etruschi…”
  • George Dennis (Ash Grove, 21 luglio 1814 – South Kensington, 15 novembre 1898) è stato un diplomatico, esploratore ed etruscologo britannico. Dennis viaggiò in Etruria arrangiandosi alla meglio tra il 1842, all’età di 28 anni, e il 1847, in compagnia dell’artista Samuel Ainsley nel 1842 e 1843. L’Etruria del tempo era ritornata in uno stato semiselvaggio, rurale, spopolata, malarica e infestata dai banditi. C’erano poche strade. Il risultato dei suoi viaggi fu il suo trattato di 1.085 pagine Cities and cemeteries of Etruria (in italiano: Città e necropoli d’Etruria), pubblicato nel 1848 dal British Museum e comprendente gli schizzi di Dennis e Ainsley. “Civita Castellana dista da Nepi otto miglia, ma se si viaggia a piedi o a cavallo posso raccomandare una strada campestre che fa risparmiare due miglia”.
  • Samuel James Ainsley (1806-1874) è stato un disegnatore, acquarellista e incisore britannico, noto per i suoi schizzi romantici e gli acquerelli di tombe, monumenti e paesaggi in Italia. Dal 1842 al 1844 Ainsley, in tre viaggi separati, accompagnò George Dennis nelle indagini su tombe e monumenti dell’antica Etruria, la civiltà etrusca. Dal 1844 al 1847 Dennis, non accompagnato da Ainsley, continuò a viaggiare in Italia e ad indagare sulle rovine e sui cimiteri dell’Etruria. Nel 1848 il British Museum pubblicò un trattato di 1.085 pagine Città e cimiteri dell’Etruria, con testo di Dennis (in parte basato su appunti di Ainsley) e schizzi di Dennis e Ainsley. Ha lasciato in eredità i suoi disegni, stampe e album da disegno (comprendenti oltre 200 articoli) al British Museum. Alcuni dei disegni e degli acquerelli di Ainsley hanno avuto un valore duraturo per i lavoratori sul campo italiani che studiano i cimiteri rupestri della Media Etruria. A Nepi realizza: “Veduta di Nepi; vista guardando lungo un burrone profondo e roccioso, alla cui sommità si trovano le mura e le torri piombate di Nepi, al centro sotto le mura sgorga acqua da un mulino. 1843 Grafite, accentuata con il bianco; su carta grigia”. E “veduta di Nepi sulla collina dall’altro lato del burrone, c. Su r, sentiero in pendenza con mucca. Sopra di esso, muro, strada, case e chiese. Sul lato sinistro del burrone, pendio con cespugli, sentiero tortuoso con 4 figure che camminano, pino e colline in lontananza. Inscritto lr, “Nepi Mon 24 Apl 1843”. Grafite e lavaggio grigio“. Custoditi al British Museum di Londra.
  • John Jackson RA (31 May 1778 – 1 June 1831) era un pittore inglese specializzato in ritratti. John Jackson fu battezzato il 30 maggio 1775 a Lastingham, nello Yorkshire, e iniziò la sua carriera come apprendista sarto per suo padre, anche John Jackson, che si oppose alle ambizioni artistiche di suo figlio. Nel 1819 dipinge a Nepi: “Merli in rovina di Nepi”. Grafite. Custodito al British Museum di Londra.

Opere realizzate dagli artisti citati.

Palazzini Pietro

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