Monasteri e Conventi di Nepi

La ricerca sui monasteri e conventi di Nepi offre uno sguardo affascinante sulla storia religiosa e culturale di questa antica cittadina del Lazio, Italia. La presenza di queste istituzioni religiose a Nepi risale a secoli fa, testimoniando l’importante ruolo che la vita monastica e conventuale ha avuto nello sviluppo spirituale, culturale ed economico della regione. Di seguito, verranno esplorate alcune delle istituzioni più significative presenti a Nepi, evidenziandone la storia, l’architettura e il contributo alla comunità. I monasteri e conventi di Nepi non sono solo luoghi di preghiera, ma anche centri storici e culturali che hanno preservato e trasmesso il patrimonio artistico, letterario e spirituale attraverso i secoli. La loro conservazione rappresenta una sfida e un’opportunità per la comunità di Nepi e per l’Italia in generale, poiché questi siti offrono una finestra unica sulla storia e sulla spiritualità del paese. La loro storia è intrecciata con quella della città di Nepi e del suo territorio, influenzando lo sviluppo socio-economico e culturale dell’area. Oggi, questi luoghi continuano a essere testimoni viventi della ricca eredità monastica e conventuale di Nepi, attirando studiosi, fedeli e turisti interessati a esplorare le radici spirituali e culturali della regione. Per approfondire la conoscenza sui monasteri e conventi di Nepi, sarebbe utile consultare archivi locali, opere storiche specializzate e, ove possibile, organizzare visite guidate ai siti, alcuni dei quali sono ancora attivi e custodi di un inestimabile patrimonio.

  • MONASTERO DELLE MONACHE DI S. BIAGIO. Questo monastero fu uno dei più antichi, come decritto in un documento del 1180, con il quale Acarizia Abbadessa concesse ad una persona un terreno situato nel territorio Vejente a confine del Castello Caprocoro. In quell’ Epoca non vi era che l’ordine Benedettino. Fu però necessariamente di quell’istituto, ed eretto, dai Monaci di sub-pentonia. Queste Monache poi il 1560 si trasferirono nel nuovo Monastero di S. Bernardo edificatosi circa in quell’epoca a cura della Comune, avendogli anche donati dei beni. Il monastero fu costruito con i resti del tempio pagano di Diana, come dimostra l’architrave della porta di ingresso, realizzato con un prospetto di antico sarcofago con iscrizione pagana: D. M. VELIAE P. V. MIDIAE MAXIMILLE C. F. AVRELII XS. PNOR. IN Q. V. SVC. V XORI RARISSIMAE.  Il sotterraneo di S. Biagio assomiglia non poco a quello di sub-Pentouiaa maggior conferma che i Monaci di quel Santuario, istituissero, e facessero fabbricare il Monastero e la Chiesa di S. Biagio, ove esistevano anche Pitture dei tempi medesimi di sub-Pentonia.
  • MONASTERO DI S. BERNARDO, questo monastero ha giocato un ruolo cruciale nella vita religiosa della città, diventando un centro di irradiazione culturale e spirituale. Situato accanto alla chiesa di san Pancrazio, affidata alla compagnia dei Santesi, si custodiva la Madonna dell’immagine, detta dei Somarari. In quel periodo per devozione si facevano dodici messe a giorno e siccome serviva tanta biancheria, per questo nel 1475/80 vennero chiamate a gestire la chiesa le monache. Il convento sorge su una vecchia casa dei monaci silvestrini di quattro camere (vecchio monastero). Eretto nel 1560 circa venne occupato dalle Monache Benedettine di S. Biagio (che gia esistevano dal 1180) cedutigli i beni della Compagnia dell’Immagine. Il 13 Aprile 1586 furono dati in affitto alle Monache la Chiesa di San Pancrazio ed orto contiguo. Nel 1618 vennero chiamate le cistercensi dal monastero di santa Susanna di Roma, suor Cherubina Bonavena priora, madre Gertrude calabresi di Nepi, portate a Nepi dal notaio Sig. Sansoni con la carrozza. Successivamente alle due suore si aggiungono altre 6 suore di Nepi di cui due figlie del notaio, una Mecarocci ecc.
  • MONASTERO DI SANT’ANNA (di Clausura) Si conoscono però alcune notizie che danno come fondazione del monastero al 1531, da parte delle monache Carmelitane della SS.ma Concezione di Sutri. Questo era situato nei locali del vecchio ospedale di cui si ha una datazione del 10 dicembre 1396, contratto del comune, che vede il vescovo Pietro Nelli che affitta un terreno. Altro documento è datato 13 settembre 1531, che lo da ancora unito a quello di Sutri e la presenza nello stesso di tre suore.

    Successivamente fu costruito un nuovo monastero di S. Anna della regola di S. Domenico, sotto la giurisdizione dei Padri Predicatori. Sembrava, che nell’archivio di questi Padri dovessero esservi delle memorie relative alla fondazione del Monastero, ma in tutte le ricerche effettuate non risulta niente. Alcuni documenti riportano la data del 1539. Il Monastero di S. Anna esisteva dove poi si stabilirono i Monaci Silvestrini, acclamati dalla Città e dal Comune. Fu soppresso nel 1564 a causa di più disordini, che pur troppo sogliono accadere nelle comunità Religiose, ove non predomina il vero spirito Claustrale e non si osservano le sante regole, onde unicamente progredisce il santo Istituto. Per essere stato questi sotto la giurisdizione immediata, e direzione dei Padri Domenicani, a tenore del Breve di Sisto IV che gli dà il diritto di subentrare in possesso dei beni spettanti ai soppressi Monasteri di Monache. La Comunità però, nel 1589 volle far ripristinare il convento e dopo aver fatto costruire un muro per la Clausura, fecero istanza a Gregorio XIV e nel 1592 fu ridato il malconcio monastero di S. Anna, alle Monache.
  • SUORE CARMELITANE INFERMIERE Dopo il trasferimento del convento di Sant’Anna e delle suore dell’Immacolata Concezione, nell’Ospedale di Nepi, subentrarono un gruppo di suore caremlitane per dare assistenza agli infermi. Queste vi restarono fino alla chiusura dell’ospedale.
  • MONASTERO DEGLI ANGELI Fu cretto il Monastero degli Angeli sotto la Regola di S. Francesco o San Agostino delle Monache Clarisse nel 1627 dalla Signora Girolama Catalani Nepesina, e Pompeo Pierleoni Romano suo consorte, entrambi nobili di stirpe, che morti senza figli, istituirono come erede il Monastero, a cui avevano dato una porzione del loro Palazzo, e molti luoghi dei Monti. Con l’unione poi di altre contigue abitazioni si formò un vasto locale. In questo monastero soggiornò Papa Pio VII, come ricorda una lapide situata al suo interno. Il monastero dopo l’invasione dei Francese non fu più riaperto per le mancanza di fondi, e per mancanza di Monache. Ancora sopra i conci del Portone d’ingresso del Monastero si vede scolpita l’arme gentilizia della famiglia Catalani. Nella piccola Chiesa vi sono tre Altari, il Maggiore con Maria SS., uno a mano destra cretto dalla Famiglia Salomoni, di cui si vede lo stemma dipinto nel parapetto del Coro in fondo alla Chiesa, e l’Altare a sinistra di Catalani in Pierleoni ove sono i suoi stemmi dipinti lateralmente nei due pilastri delle colonne. Negli ultimi tempi ci si erano sistemati i Padri Missionari del Preziosissimo Sangue, ma scarseggiando quella Congregazione di Preti ancor nascente se ne assentarono.
  • CONVENTO DI S. PIETRO dei PP. Agostiniani Nei libri della Provincia si sa, che il Convento dei Padri Agostiniani era già presente nel 1250 insieme alla Parrocchia. I PP. Agostiniani ebbero la necessità di fabbricare dalle fondamenta la Chiesa. L’ imponentissima spesa arrecò uno sbilancio allo stato economico del Convento, che dato lo stretto numero di finanziatori fu costretta ad economizzare. La Chiesa è maestosissima, d’ordine Corinto ed è composta da cinque Altari. Il maggiore è situato nel centro del Presbiterio fra la Balaustra ed il Coro. Gli altri quattro nelle Cappelle laterali al corpo della Chiesa. Nel 1927 gli Agostiniani, lasciano Nepi e il complesso viene affidato dal vescovo Mons. Luigi Maria Olivares, ai Servi di Maria che la custodiscono fino al 2000.

  •  CONVENTO DI S. TOLOMEO alle Sante Grotte (Frati Minori di S. Francesco o Francescani) Cessate le persecuzioni, e calamitose catastrofi non solo i Nepesini, edificarono il Duomo, ma costruirono un Tempio presso le Catacombe poco distanti da Nepi, ove rimasero sepolte le spoglie di S. Tolomeo, e suoi Compagni Martiri dopo l’estrazione di S. Romano, e avendone precluso quindi ogni accesso con muro di fronte. I cittadini continuarono nella venerazione dei Santi Martiri e avendo anche fatto costruire un Convento lateralmente alla Chiesa, ove  per ordine di Pio II si collocarono i Fra ti Minori di S. Francesco. Alla persona di fra Bernardino da Sutri, fu affidata la gestione della chiesa il 16 novembre 1460. Nel 1490 il frate, fece realizzare alcuni lavori di consolidamento della struttura ed il collegamento alle attuali Catacombe.  Per ordine di Clemente VII, nel 1523 vi furono inviati i Padri Minori del Monte Aureo che vi abitarono per circa 10 anni. Alla loro partenza vi subentrarono i Padri Domenicani. Nel 1540 per ordine di Pier Luigi Farnesi, il convento venne demolito e S. Tolomeo, e Martiri furono traslocati nella nuova chiesa all’interno del paese. Nel 1650 il Padre Vicario Garofani Domenicano ne ravvivò la devozione di quei loghi e dopo aver fatto ripulire il contiguo piazzale e ritrovato il piano dell’antica Chiesa fece collocare delle cancellate alle Sante Grotte, e degli inginocchiato per i fedeli. Nel 1655 circa venne riedificato quel Convento a spese dei Padri Domenicani, della Comunità e dei Fedeli. Il 22 luglio 1675 fu di nuovo restaurato il Convento e la Chiesa dall’ Eminentissimo Spinola Vescovo della Diocesano, durante i quali furono rinvenuti altri Corpi di Santi Martiri. Nei primi del 1700 fu effettuato un nuovo restauro e nel 1775 vi misero piede i Frati della Penitenza, i quali ripartirono breve tempo. Fu concesso ai Padri Cappuccini, che per una fatale mortalità improvvisamente abbandonarono definitivamente quel domicilio. Nel 1776 la chiesa con annesse Catacombe vie affidata all’ordine dei FRATI della SOCIETA’ di GESU’ NAZARENO istituito pochi anni prima. Con il compito di assistere i moribondi ed amministrare il Sacramento della Penitenza e della Santa Eucarestia. Questi restano nella chiesa fino al 1790, anno in cui il loro ordine si fonde con quello dei Padri della Dottrina Cristiana (Dottriniani) e nello stesso anno lasciarono Nepi. Nel 1792 subentrano nel convento i FRATI MINORI CAPPUCCINI, i quali continuano il lavoro del precedente ordine e la benedizione degli animali e dei terreni, con messe per i mietitori. Furono cacciati nel 1798 dalla Repubblica Romana, la quale in nome di libertà, fraternità e uguaglianza emise un decreto di espulsione dalla Repubblica Romana per le persone che non vi erano nate. I frati Cappuccini non fecero più ritorno a Nepi. Nel 1802 la custodia del sito fu affidata all’eremita Pio Zampaletta, fino al 1870 anno inn cui venne costruito l’adiacente cimitero comunale e lo stabile divenne abitazione della famiglia del guardiano del cimitero.
  • CONVENTO DEI PP. DOMENICANI Essendo per antichità, ed a motivo nelle continue incursioni quasi cadenti il convento, e Chiesa di S. Tolomeo fuori di Nepi alle Sante Grotte, abbandonato di fresco dai Padri Minori del Monte Aureo, fu donato da Monsignor Giacomo Bongallo da Filacciano Vescovo di Nepi, e Rmi. Canonici ai Padri Predicatori, e per essi al Padre Maestro Domenico Lazzaro Liussa da Viterbo il 25 Maggio 1533 effettuatosene il possesso. Nel Dicembre dello stesso anno il Convento per opera di Pier Luigi Farnesi venne demolito e ì Padri Domenicani furono tra sferiti dentro la Città, nella chiesa di S. Andrea. Costruito il nuovo convento nel 1606, vi trasferirono il corpo di S. Tolomeo. Dal 16 gennaio 1911 l’attività del Convento passa ai padri Servi di Maria, con la devozione alla Vergine del Rosario e la diffusione della recita della corona. Il venne nominato il parroco p. Angelo Maria Flamini, il quale vi stabilì il seminario per la formazione alla vita consacrata.
  • CONVENTO DEI MONACI SILVESTRINI Venuto in Nepi a disimpegnare il corso Quaresimale nell’anno 1592, il Monaco Silvestrino D. Cesario, segretamente ottenne dal Vescovo, e Comunisti il ristrettissimo locale di S. Giorgio, onde fissarvi Famiglia Religiosa di quella Congregazione. Ma poichè dal 13 Gennaio 1543 Paolo III, aveva concesso quei locale ai Padri Domenicani unitamente alle Chiese di S. Sebastiano, San Pancrazio, e Maria Santissima dell’ Immagine in una tutte tre riunite con ogni diritto, beni, e ragioni a compenso dei danni sofferti nella demolizione dell’antico convento di S. Tolomeo, i Padri Domenicani avanzarono reclamo alla Sagra Congregazione dei Vescovi, e Regolari, la quale, con lettera diretta al Vicario Generale, inibiva ai Monaci Silvestrini , sotto pena di Scomunica e 500 scudi di multa, ed altre ad arbitrio, di più avvicinarsi a quel locale alla distanza di 1500 canne. Il Padre Cesario si appellò all’ Eminentissimo Sig. Cardinall Camerino Protettore della sua Congregazione; ma per motivo di strapazzi sofferti nei viaggi da Nepi a Roma si ammalo, e morì, quindi la cosa restò in pendenza, e l’ordine inibitorio si fermò, non avendo i Padri Domenicani curato più per allora di vendicare i loro diritti.
  • CONVENTO CASA DELLE SUORE MISSIONARIE DELLA CONSOLATA, Il convento è situato in località Umiltà a Nepi, la casa è immersa nel verde della Tuscia, a soli 40 km da Roma, facilmente raggiungibile seguendo la via Cassia. La Congregazione religiosa missionaria, è stata fondata a Torino nel 1910 dal Beato Giuseppe Allamano.
  • CONVENTO o MONASTERO FEMMINILE DI PORTA PORCIANA, Il convento era situato nelle vicinaze di Porta Porciana a Nepi. Si hanno poche notizie dell’ordine religioso.


Ricerche effettuate da Pietro Palazzini

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