Nepi: Le origini del nome

Sull’origine del nome della città di Nepi, sono state avanzate numerose ipotesi nel corso del tempo, alcune fondate, altre suggestive e altre ancora piuttosto improbabili. Qui cercheremo di esaminare alcune di queste ipotesi.

La prima ipotesi è che Nepi, anticamente conosciuta come Nepet o Nepete, trae il suo nome dalla parola etrusca “Nepa”, che significa acqua. Pertanto, Nepi è nota come la “città delle acque”, un legame ancestrale evidente nel suo nome stesso. Secondo la leggenda della sua fondazione, come riportato da antichi storici come Dionigi di Alicarnasso e Plutarco, nel lontano anno 27 del regno di Saturno, 2656 del mondo, un certo “Termo” fondò Nepi su un territorio idoneo e divenne il suo “Larthe” (maestro-capo). Secondo questa leggenda, ciò avvenne nel 1301 a.C., quando un serpente acquatico particolare di nome “Nepa”, venerato come divinità dagli antichi abitanti, emerse mentre il mitico fondatore Termo Larte tracciava il perimetro del nuovo insediamento. Questo evento fu interpretato come un segno di buon auspicio, e la città fu consacrata alla divinità che aveva scelto di manifestarsi durante l’atto sacro della fondazione. Un’altra interpretazione del nome lo collega a una divinità mediorientale dalle sembianze di uno scorpione, associando questo animale alla forma che i torrenti assumono intorno allo sperone su cui sorge la città. Analizzando la parola Nepete ci porta lontano da queste interpretazione tradizionali. Le prime evidenze che incontriamo sono fitonimi; il latino Nepeta indica infatti una pianta, la Nepetella, termine presente anche nella forma greca Nepetos. Inoltre, troviamo la Nepeta Italica, una specie di ginestra selvatica che cresce lungo i fiumi. Quest’ultima ipotesi è resa ancora più interessante dalla sopravvivenza dell’appellativo “nepa” in Maremma, dove si riferisce ai rami di ginestra fluviale utilizzati per fare funi, cesti e reti da pesca. Un’altra sopravvivenza interessante si trova nelle Marche, precisamente nella zona di Pesaro, dove con “nebbi”, termine foneticamente vicino a “nepe”, si indica il “sambucus racemosa”, una pianta che cresce lungo le rive dei fossi. Queste connessioni con le piante fluviali ci portano all’analisi della radice “nep-” (o “neb-“), che ha evidenti legami con il nome di una divinità fluviale, Neptunus.
Una delle ipotesi comuni è che il nome Nepi derivi dal latino “nepa”, anche se la parola ha in realtà origini africane e indicava un animale, cancer o scorpios, identificato con uno scorpione d’acqua. Questa identificazione è stata amata dagli storici locali per la somiglianza visiva tra la pianta di Nepi e uno scorpione stilizzato, soprattutto dopo la costruzione dei bastioni rinascimentali. Un’altra ipotesi richiama l’accadico “neptû”, che significa breccia o apertura, suggerendo un legame con le profonde forre che circondano Nepi. Tuttavia, tutte le ipotesi convergono sulla presenza dell’acqua, un elemento innegabile ed evidente a Nepi.
Un’ipotesi interessante è quella del professor Phiffig, che collega il nome “nepet” con la parola “nepitu” presente nella Tavola VII delle Tavole di Gubbio. Queste tavole, risalenti al II millennio a.C., descrivono un rito che coinvolge l’acqua. La parola “nepet” potrebbe quindi risalire almeno al III millennio a.C. e non essere né etrusca né falisca, ma derivare da un’antica radice mediterranea (“nep-” o “neb-“), come suggeriscono i collegamenti con parole di origine africana. Nepi potrebbe quindi significare semplicemente “città dell’acqua”. In ogni caso, il legame profondo di Nepi con l’acqua è evidente: la presenza abbondante di torrenti, sorgenti d’acqua ferruginosa, solforosa e minerale, così come di solfatare, continua a caratterizzare questo territorio ancora oggi.

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