L’Acquedotto

L’acquedotto di Nepi, opera idraulica iniziata nel 1559 è terminata nel 1727, ancora oggi in perfette condizioni, costituisce uno dei luoghi più suggestivi e pittoreschi dell’intera città. L’acquedotto è stato realizzato da un team di architetti tra cui il geniale Giacomo Barozzi detto il Vignola. I vari tentativi di far giungere l’acqua all’acquedotto di Nepi ebbero però esiti negativi, finché all’inizio del XVIII secolo architetto Filippo Barigioni (1680 –1753) mise in opera il sistema delle grandi arcate che ancora oggi si possono ammirare e che garantirono l’approvvigionamento idrico dell’intera cittadina a partire dal 1727. Il sistema di vasche, canalizzazioni, chiuse, condutture sotterranee, lunghe circa tre chilometri, per raggiungere i poderosi spalti della cinta muraria cinquecentesca realizza un eccezionale quadro paesaggistico. Riprendendo l’esempio dei grandi acquedotti romani, il doppio ordine di arcate si fonde a perfezione con la struttura già esistente della fortificazione farnesiana. Barigioni ottiene così una perfetta sintesi fra classicismo, riprendendo il modello dell’acquedotto dall’architettura romana, e barocco nella forma e nel colore: la costruzione era intonacata e colorata di un giallo paglierino lasciando a bugnato in tufo locale gli angoli dei possenti pilastri che sorreggono le arcate.

L’importante opera architettonica è commemorata nella Fontana  del Palazzo Comunale realizzata dallo stesso architetto nell’arco centrale del portico, che nel suo insieme rappresenta lo stemma della città: la torre e il serpente. La ricerca spaziale, perseguita attraverso il contrasto tra linee concave e convesse, quelle della nicchia e della torre, è arricchita dal gioco delle acque che dalle rocce ruvide e frastagliate, si riversano in un bacino realizzando un fluido movimento che diventa esso stesso elemento strutturale della fontana.

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