Artisti che hanno realizzato opere conservate a Nepi.

  • Antonio del Massaro da Viterbo detto il Pastura (Viterbo, 1450 circa – Viterbo, prima del 1516) è stato un pittore italiano. Nel 1510, realizzò le Pale con raffigurati San Tolomeo e San Romano, facenti parte di un trittico di cui è sparito il pannello centrale. Conservate a Nepi (VT), nella Basilica Concattedrale.

 

  • Antonio Sangallo Il Vecchio (Antonio Giamberti Firenze, 1455 – Firenze, 27 dicembre 1534), è stato un architetto e scultore italiano, del Rinascimento, specialista nella progettazione di opere di fortificazione, tanto da essere considerato uno dei protagonisti delle innovazioni che caratterizzano la “fortificazione alla moderna”. Per il papa Alessandro VI Borgia, dal 1499 al 1503, si occupò della rocca di Nepi.

 

  • Antonio da Sangallo il Giovane (Antonio Cordini Firenze, 12 aprile 1484 – Terni, 3 agosto 1546), è stato un architetto italiano, attivo durante il Rinascimento e il Manierismo. Vicino alla famiglia dei Farnese, realizzò le fortificazione di Nepi, inizio palazzo Comunale(1542) e progettò la Chiesa di San Tolomeo, realizzata dall’architetto Giovanni Antonio Garzoni da Viggiù, al servizio di Alessandro Farnese presso il suo palazzo di Caprarola, e per cui successivamente vennero impiegati anche l’architetto Giovanni Rosa e Flaminio Ponzio.

 

  • Jacopo Ungarico da Caravaggio, nel 1511 realizzò il campanile, nella sua forma attuale, dopo che la precedente torre campanaria in stile romanico-laziale era stata in parte abbattuta. È infatti ancora ben visibile la stratificazione delle murature. Appena sopra il tetto della navata, si nota la muratura medievale, con le due aperture tamponate e parte delle cornici a mattoncini di cotto appena sopra. Si innesta poi la muratura rinascimentale. La torre a tre ordini sovrapposti, consta di un basamento cieco e di due sovrastanti, caratterizzati da ampi archi a tutto sesto, affiancati da nicchie e specchiature. Un tempo una copertura a cuspide completava la struttura. Un fulmine la colpì abbattendola agli inizi del XIX secolo. Al suo posto venne realizzato un semplice tetto a quattro spioventi.

 

  • Magister Antonius Ispanus (Antonio Ispanico) Realizzò nel 1532-1533 il pregevole crocifisso ligneo conservato nel secondo altare della navata sinistra, all’interno del Duomo di Nepi.

 

  • Marcello Venusti (1512 – 1579), pittore lombardo importante esponente della pittura del tardo cinquecento. Seguace e grande estimatore di Michelangelo e vicino alla famiglia Farnese. A Nepi realizzò tra il 1573 e il 1579, il trittico del SS. Salvatore, un quadro ad olio su tela e due sportelli laterali, raffiguranti il Redentore con in mano un libro con la scritta: Ego sum: via, veritas et vita, e raffigurati negli sportelli laterali i Santi Tolomeo e Romano. Nella parte in alto è raffigurato l’Angelo Gabriele e la Vergine Annunziata. Altri attribuiscono l’opera a Federico o Taddeo Zuccari.

 

  • Bernardino Brozzi (1555 – 1617) è stato un pittore eugubino italiano del tardo Rinascimento. Fu allievo di Benedetto Nucci. Morì per una caduta da un’impalcatura mentre stava realizzando un affresco. A Nepi realizzò un olio su tela raffigurante l’Immacolata Concezione mentre schiaccia il serpente, conservato in un altare della navata del Duomo di Nepi. Alcuni attribuiscono l’opera a Giovanni Battista Salvi, detto Sassoferrato o a Calisto Calisti di Bagnaia.

 

  • Giovan Francesco Gessi (Bologna 20 gennaio 1588 – Bologna 15 settembre 1649) è stato un pittore italiano, attivo all’epoca del barocco vicino all’artista Guido Reni. Nel 1619 realizzò un olio su tela nella prima metà del XVII secolo, raffigurante l’Assunzione della Vergine Maria in Cielo, conservato in un altare della navata del Duomo di Nepi. Altri attribuiscono il dipinto a Francesco Fernandi detto l’imperiali, allievo di Carlo Maratta.

 

  • Ercole Ferrata (Pellio Intelvi, 1610 – Roma, 10 luglio 1686) è stato uno scultore italiano, tra i massimi esponenti del barocco romano e aiuto di Gian Lorenzo Bernini e collaboratore di Alessandro Algardi. Realizzò nel 1688 un altorilievo marmoreo, raffigurante San Romano in abiti pontificali, sul letto di morte, assistito da tre angeli e dalla matrona romana Savinilla. Il sarcofago in marmo di carrara e contiene le reliquie del Martire San Romano, conservato sotto l’altare maggiore, all’interno del Duomo di Nepi è stato fatto realizzare tra il 1672 eil 1675 dal cardinale Giulio Spinola con contributi dei cittadini, dalla Confraternita del Santissimo Sacramento e dal cardinale stesso, per un totale di 450 scudi.

 

  • Giovanni Francesco De Rossi (Fivizzano, 6 dicembre 1796– settembre 1854) è stato uno scultore toscano della scuola del Bernini. Attivo a Roma dal 1640 al 1677, collaborò con Alessandro Algardi, con Gian Lorenzo Bernini per la realizzazione delle statue dei martiri nella navata centrale di Santa Maria del Popolo a Roma nel 1655 e con Francesco Borromini. Con Ettore Ferrata, realizzatore del immagine marmorea di San Romano contenuta nel Duomo di Nepi, collaborò alla realizzazione di Sant’Agnese in Agone e scolpì rilievi a Santa Maria sopra Minerva. Realizzò nel 1663 l’immagine marmorea di San Tolomeo nell’omonima Chiesa di Nepi. Ordinata da Giovanni Battista De Marinis maestro generale Domenicano nel 1662, finita nel 1663 e pagata 120 scudi (somme donate dai cittadini) dal padre superiore Michele Rubinotti. Trasportata su carretto da Roma a Nepi da Stefano Feliciano.

 

  • Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d’Arpino (Arpino 14 febbraio 1568 – Roma 3 luglio 1640), è stato un pittore italiano dell’epoca barocca, che venne definito dai Conservatori dell’Urbe “pictor unicus, rarus et excellens ac primarius et reputatus“. Tipico esponente del gusto tardo manierista, il Cesari è stato molto attivo in imprese decorative a Napoli e a Roma, dove si occupò anche di formare giovani pittori poi divenuti celebri, quali Guido Reni e Caravaggio. Al pittore è attruito per somiglianze stilistiche con altre opere, un dipinto ad olio su tela raffigurante San Girolamo mentre si batte il petto con un sasso, davanti al Crocifisso, come segno di penitenza. Conservato all’interno del Duomo di Nepi.

 

  • Mattia Preti (1613-1699) autore di 11 dipinti olio su tela, commissionate dal Vescovo della diocesi di Nepi e Sutri Marcello Anania e raffiguranti i Santi Apostoli, di cui 4 conservate nel Duomo di Nepi e 7 conservate a Sutri. Nella Cattedrale di Nepi possiamo ammirare San Pietro, San Giuda Taddeo, Sant’Andrea e San Bartolomeo.

 

  • Domenico Torti (1830-1890), autore di alcuni dipinti nella Galleria dei Candelabri in Vaticano (1883) e altre grandi opere. Nel 1868 al pittore neoclassico fu affidata l’esecuzione degli affreschi, per la maggior parte raffiguranti episodi della vita di Maria Vergine, situati all’interno del Duomo, distrutto il 2 dicembre 1798 dall’incendio appiccato dalle truppe francesi, e gli affreschi nella sala nobile del Palazzo Comunale di Nepi.

 

  • Ludovico De Mauro, nel 1868 gli fu affidata l’esecuzione della parte ornamentale e delle decorazioni all’interno del Duomo di Nepi, mentre Domenico Torti si occupò dell’esecuzione dei dipinti.

 

  • Tertulliano Giangiacomo (1823-1892) figlio di Francesco Giangiacomo pittore italiano, attivo a Roma fra il 1858 e il 1883. A Nepi realizzò alcuni ritratti di canonici e nobili nepesini.

 

  • Bartolomeo Cavarozzi, detto Bartolomeo de’ Crescenzi (Viterbo, 15 febbraio 1587 – Roma, 21 settembre 1625), è stato un pittore italiano. Ha collaborato con il pittore Cristoforo Roncalli. A Nepi al pittore è stata attribuita la pala d’altare raffigurante San Bonaventura, Santa Caterina d’Alessandria, Sant’Antonio da Padova e Sa Francesco, situata nella Cappella dei quattro Evangelisti nel Duomo di Nepi, proveniente dall’altare principale della chiesa di sant’Eleuterio di Nepi.

 

  • Camillo Formilli (prima metà del 1800), pittore e scultore Italiano attivo a Roma dal 1879 al 1910. A Nepi l’artista ha realizzato la pala dell’altare raffigura la Madonna della Salute, con San Giuseppe e San Camillo De Lellis. Nel dipinto custodito nella Cappella del Santissimo Sacramento nel Duomo di Nepi, compare la data 1884 e la firma C.F. di Camillo Formilli della Scuola Etrusca.

 

  • Giovanni Paolo Récchi (Borgovico, Como, 1600 circa – 1686), pittore Italiano, allievo del Morazzone, di cultura Arpina; eseguì numerosi affreschi in chiese di Como, Torino, ecc., A Nepi si può attribuire per somiglianze e stile, l’opera San Filippo Neri in preghiera davanti alla Madonna con il bambino (copia del dipinto di Guido Reni), conservata nell’altare di San Filippo Neri nel Duomo di Nepi.
  • Giovanni Andrea Lazzarini o Canonico Giannandrea (Pesaro 19 novembre 1710 – Pesaro 7 settembre 1801) è stato un pittore, poeta, architetto, trattatista e ceramologo e storico dell’arte italiano del tardo barocco o rococò. Allievo del pittore marchigiano Francesco Mancini, al lui potrebbe essere attribuita la pala d’altare con San Giuseppe sul letto di morte con a fianco la Vergine Maria e gli Angeli, pronti ad accoglierlo nel regno dei cieli, conservata nell’altare di San Giuseppe nel Duomo di Nepi.

 

  • Francesco Trevisani (Capodistria, 9 aprile 1656 – Roma, 30 luglio 1746) è stato un pittore italiano. Allievo a Venezia prima di Antonio Zanchi e poi di Giuseppe Heintz. A Roma Trevisani divenne uno dei più importanti artisti che continuarono sulla scia di Carlo Maratta, fu affiliato all’Accademia dell’Arcadia. A Nepi all’artista, potrebbe essere attribuita per somiglianze di stile e di opere, la pala dell’altare che raffigura Sant’Isidoro Agricola in Preghiera, conservata nell’altare di Sant’Isidoro Agricola nel Duomo di Nepi.

 

  • Giovanni Francesco Romanelli detto il Viterbese o il Raffaellino (Viterbo 1610 – Viterbo 1662) , è stato un pittore italiano. Fu allievo di Domenichino e nello studio di Pietro da Cortona, che era in quel periodo il più importante esponente della pittura barocca a Roma. Nel 1639 fu eletto Principe della prestigiosa Accademia di San Luca. Per il prestigio delle sue opere in Francia fu fatto Cavaliere dell’Ordine di San Michele da re Luigi XIV. A Nepi si può attribuire per somiglianze e stile, il dipinto che raffigura Giovanni Battista mentre battezza Gesù, conservato nella Cappella della fonte Battesimale nel Duomo di Nepi e San Tommaso da Villanova che distribuisce l’elemosina ai poveri, conservato all’interno della Chiesa di San Pietro a Nepi.

Pietro Palazzini

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