Le Porte di Nepi


La storia delle porte di accesso a Nepi è strettamente legata alla storia delle sue mura cittadine, essenziali per la difesa e il controllo degli accessi in epoche in cui le invasioni e le guerre erano frequenti. Queste porte non solo servivano come punti di ingresso e uscita ma rappresentavano anche elementi di demarcazione tra l’interno, protetto, e l’esterno, potenzialmente ostile. Nel corso dei secoli, le porte hanno assunto un valore simbolico, segnando il passaggio da un ambiente all’altro e testimoniando gli sviluppi architettonici, politici e sociali di Nepi. Le origini delle mura e delle porte di Nepi risalgono a periodi antichi, con successive fasi di costruzione e ristrutturazione che riflettono i vari periodi di prosperità e di crisi della città. Nepi, situata lungo importanti vie di comunicazione nell’antichità, aveva bisogno di solide difese per proteggere la popolazione e i commerci. Le porte erano parte integrante di questo sistema difensivo, costruite per resistere agli assedi e per controllare il flusso di persone e merci. Nel Medioevo, la città fu ulteriormente fortificata, e le porte esistenti furono rafforzate o ricostruite per rispondere alle nuove esigenze militari, inclusa la crescente importanza della polvere da sparo. In questo periodo, le porte di Nepi non erano solo strutture difensive ma diventavano anche simboli del potere della città e delle famiglie nobili che la governavano. Durante il Rinascimento, l’importanza delle porte come simboli di potere e prestigio continuò a crescere. Le famiglie nobili e i papi, che spesso esercitavano il loro controllo su Nepi, commissionavano la ristrutturazione delle porte e delle mura per riflettere la potenza e l’influenza della città. In alcuni casi, le porte venivano decorate con stemmi, iscrizioni e altri elementi decorativi che celebravano i governanti o importanti eventi storici. La conservazione delle porte antiche è di fondamentale importanza per la memoria storica e l’identità di Nepi. Queste strutture non sono solo testimonianze dell’architettura difensiva ma rappresentano anche importanti punti di riferimento storici e culturali. Oggi, le porte di Nepi continuano a fascinare residenti e visitatori, servendo come porte d’accesso non solo alla città fisica ma anche alla sua ricca storia e tradizione. Tra le porte più significative di Nepi, alcune hanno sopravvissuto fino ai giorni nostri, mentre altre sono andate perdute a causa di eventi bellici, naturali o di cambiamenti urbanistici. Le porte superstiti offrono uno spaccato unico sulla storia architettonica e sociale di Nepi:

Porta Romana, detta anche Porta del Sangallo o Porta Grande, che consentiva anche di superare il fossato difensivo. Così denominata per la sua posizione strategica direzione Roma, questa porta è un esempio di come le fortificazioni di Nepi siano state adattate e modificate nel corso dei secoli. La porta era costituita in realtà da un vero e proprio edificio a cielo aperto che delimitava un ambiente stretto e facilmente difendibile che bloccare ulteriormente l’eventuale nemico, posto sotto il fuoco delle armi nell’angusto spazio compreso tra le due porte, una volta penetrato nella prima. Due archi delimitavano lo stretto passaggio, e superiormente a quello esterno sono facilmente identificabili le guide che consentivano la manovra delle saracinesche poste a difesa della porta. La porta fu realizzata da Antonio da Sangallo il giovane, è situata quasi al centro del rettilineo ed immetteva direttamente sulla strada per Ronciglione, Caprarola, Vignanello, che erano gli altri centri del Ducato Farnesiano, e, più lontano, verso i territori intorno al lago di Bolsena, con capoluogo Castro, zona di origine della famiglia Farnese.

• Porta Porciana o Porziana, a sud della città era la porta di ingresso per i contadini e i mercanti di maiali che lavoravano nelle campagne nepesini del territorio detto di Porciano e il suo abitato, come riportava la lapide in peperino con incisa una scrofa e tre porcellini all’entrata della porta. La porta conduce a via porta porciana o come veniva chiamata anticamente via della madonnella (per l’edicola della madonna all’ingresso delle scale). Scendendo le scalette, verso destra si può notare il tratto di mura farnesiane dette di “Mazzaporco” sotto il palazzo Pisani, fatte erigere dai Farnese nel 1545.

Porta Nica detta anche porta Trionfale o porta dei Cavaterra, era la porta principale verso Roma, La porta era un accesso fortificato alla Città. Obbliga a fare una piega a 90 gradi che aiutava la difesa del luogo esponendo gli assalitori alla reazione degli assediati. All’interno della porta sono ancora visibili le caditoie per la saracinesca. La porta era munita di ponte elevatoio a difesa della città. La porta inoltre adotta un sistema della porta e della controporta, con uno spazio-filtro, per bloccare ulteriormente l’eventuale nemico, posto sotto il fuoco delle armi nell’angusto spazio compreso tra le due porte, una volta penetrato nella prima. Sopra la porta spicca lo stemma in travertino di Pier Luigi Farnese, duca di Nepi, caratterizzato al centro dalle chiavi incrociate e dall’ombrello papale. Nei sottostanti cartigli la scritta: “P. ALOISIUS FARN. DUX CASTRI ET NEPETE MONUMENTUM HOC AD TUTELAM CIVITATES EXTRUXIT MDXL”, mentre sopra la porta principale, l’arme di Papa Paolo III. La porta fu realizzata da Antonio da Sangallo il giovane.

Porta dell’Unico, si trova di fronte all’entrata del castello dei borgia. Il muro che la collegava al castello fu abbattuto nel 1895, attraverso una delibera del comune del 14 novembre del 1885, per la costruzione della strada di entrata alla città. Sulla porta c’è un’iscrizione recita: “XQV – UNICUS CUSTOS PROCUL HINC TIMORES– XQV”, ovvero “L’Unico è qui custode: lungi ogni timore”, forse a ricordo del Sacco di Roma, quando le truppe di Carlo V vennero respinte presso la valle di Baccano. Nella parte superiore ad oggi manca la targa marmorea recante la scritta “Horti Silj”.

Porta Falisca, chiamata in questo modo poiché dava l’accesso alla summentovata via Amerina ai popoli del territorio falisco. Situata presso bastione nord, fu abbandonata quando fu costruita la nuova strada di accesso alla città. Sopra l’entrata della porta lo stemma di Papa Paolo III.

Porta Borgiana o porta Angelica, è la seconda porta che si doveva attraversare per entrare nella città. Collegava l’ampio spazio dove erano i mulini alla città vera e propria. La porta è caratterizzata da un elegante bugnato. La porta opera del Sangallo è stata fatta realizzare da Pier Luigi Farnese.

Porta del Gallozzino, questa porta ad oggi scomparsa, poichè inglobata in un palazzo della via. Quando nel 1545 i Farnese scambiarono Nepi con il ducato di Parma e Piacenza, la costruzione delle Mura era ormai completata fino a Porta Falisca. Si tenga presente che, prima della costruzione delle mura farnesiane, l’ingresso a Nepi, venendo dai “Cavoni” della Massa, era situato in fondo a via di Corte, in basso oltre la “Valle”, nei pressi della piazzetta di via Termo L’arte, dalla parte del palazzo Torri. Qui esisteva una Porta detta del “Gallozzino”, restaurata e rafforzata nel 1545. Oggi è completamente inglobata dalle case che formano la piazzetta adiacente al suddetto palazzo Torri. E’ chiamata in questo modo poiché dava l’accesso alla summentovata via Amerina ai popoli del territorio falisco. Situata presso il bastione nord, fu abbandonata quando fu costruita la nuova strada di accesso alla città. Nella foto il luogo dove doveva essere la porta.

• Porta Lauretana, questa porta ad oggi scomparsa, era la porta di ingresso dal lato Nord della Città e conduceva sulla via nazionale. Come riportata in documenti del 1842 e rappresentata in queste mappe stradali del 1821 e 1855.

• Porta del Barbagano o strada delle Coste nord est, questa porta ad oggi scomparsa, era una porta di ingresso dal lato Nord Est della Città. Era situata dietro al vecchio ospedale, dove la forra fa un piccolo sperone. Conduceva verso la forra e Castel Sant’Elia. Situata su un grosso sperone in muratura detto barbacane. Da quel momento la porta fu denominata “del Barbacano” .

• Porta San Biagio o strada delle Coste, questa strada ad oggi scomparsa o quasi, era una via di accesso della Città per i contadini che arrivavano dal alto sud. Come rappresentata in questa mappa stradale. Partiva dalla curva tra via Tor di Floridi e via del Carmine e scendeva lungo le Forre. Viene mensionata in un vecchio documento del XVI secolo.

• Porta Horti Silj, è la porta che introduceva ai Bastioni Farnesiani. All’esterno della porta è conservata una incisione con scritto Horti Silj, (Francesco e Pietro Silj) proprietari del castello dalla seconda metà del 1800.

• Porta Repuzzolo, è situata all’inizio del ponte che passa sul vecchio percorso dell’acqua dei mulini, tra porta Nica e la porta Borgiana. Nella parte alta si nota un affresco con l’immagine della madonna.

• Porta di epoca romana interna al castello, costruita tra il III e il II secolo a.C., è situata all’interno del castello dei Borgia ed era l’accesso alla città sulla via amerina. E’ stata inglobata nelle mura di costruzione del castello, sui lati si notano i resti delle antiche mura di quel periodo. Si apre nel lato sud-occidentale delle imponenti mura, chiaramente visibili all’esterno del sotterraneo. L’arco, alto all’ingresso per circa 4,70 metri, mostra chiaramente i segni delle tecniche costruttive romane e del sistema di chiusura: una caditoia a saracinesca nel lato rivolto verso la città. È plausibile ipotizzare che questo arco, pervenutoci, facesse parte di un sistema a doppia porta, difeso dall’alto, un sistema molto diffuso nell’antichità. Accanto all’arco sono stati identificati i resti di una porta successiva, non ad arco, con chiusura a battente.

• Porte medioevali, è situata all’interno del castello dei Borgia, a pochi metri di distanza dal primo arco. E’ stata inglobata nelle mura di costruzione del castello. Questo secondo arco, con un intradosso, raggiunge un’altezza di circa cinque metri e presenta tracce di affreschi raffiguranti San Benedetto ed è molto probabilmente la testimonianza del nucleo medievale del castello di Nepi. Infatti, la torre quadrangolare che sorge sopra di esso, di origini più antiche, trae le sue fondamenta proprio da queste imponenti arcate. La terza porta, direttamente sul basolato romano, è inglobata nelle mura che si sovrappongono l’una all’altra. Anch’essa di architettura medievale, testimonia la secolare frequentazione di questo percorso viario, il quale, passando per Nepi, collegava, tramite la via Amerina, le regioni più interne umbro-emiliane.

• Porta della Corte Borgiana, è situata nella parte frontale del castello dei Borgia ed era l’accesso alla corte interna del castello. Vi si accedeva attraverso un corridoio che passava dalla porta dell’Unico.

 

Ricerche effettuate da Pietro Palazzini

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