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Le Sorgenti di Nepi.

Nepi è ricca di bellissimi paesaggi naturali e di importanti testimonianze del passato, con fantastiche cascate e numerose sorgenti solfuree e ferrose.
La presenza dell’uomo sul territorio è testimoniata sin da epoca preistorica, poi con i falisci e successivamente con i Romani che la inglobarono, tra le proprie conquiste, probabilmente per la presenza di prodighe sorgenti. I Romani, notoriamente grandi cultori dell’acqua e del benessere che procura, hanno prima sottomesso Nepi e poi lasciato testimonianza evidente del loro genio ingegneristico con i resti ancora visibili del sistema di captazione dell’acqua.
Le testimonianze storiche e i reperti trovati indicano la famiglia dei Gracchi (II secolo a. C.) quale fondatrice alle sorgenti di Nepi un centro termale denominato Terme dei Gracchi che acquisì rapidamente una fama notevole oltre i confini del territorio.
Le acque di Nepi, dunque, godono di notevole apprezzamento sin da epoca antichissima ed ancora oggi costituiscono una risorsa preziosa. Scrittori, poeti e pittori hanno scritto, parlato e ritratto Nepi e la sua acqua benefica. Gabinio Leto scrittore di epoca romana riporta:”Città nobile e potente nei cui ubertosi campi sgorgano sorgenti di acqua salutari”.

Le sorgenti di acque minerali naturali di Nepi hanno prevalentemente origine da una falda o da un giacimento sotterraneo. In idrogeologia o idrologia sotterranea la sorgente è una area (più o meno estesa) della superficie terrestre dove fuoriesce, in modo del tutto naturale, una portata apprezzabile di acqua sotterranea. Secondo il modello di funzionamento di un acquifero, che avviene secondo le principali fasi di alimentazione, deflusso e scarico della portata, la sorgente rappresenterebbe dunque una via attraverso cui avviene la fase di fuoriuscita dalla falda acquifera da un punto nella superficie terrestre. L’acqua di Nepi sgorga da sorgenti immerse in una isolata valle di oltre 240 ettari adornata da una vegetazione lussureggiante. Il bacino idrogeologico si trova su terreni di natura vulcanica che conferiscono all’acqua, con le note caratteristiche organolettiche, le sue proprietà digestive e la sua sottile effervescenza naturale.


Le situazioni geologiche che possono dare origine alle sorgenti sono le più svariate. Le classificazioni fatte sotto questo aspetto sono assai numerose, poiché vi è chi fonda la suddivisione su elementi geologici (permeabilità, composizione dei terreni), chi invece la basa su elementi idrologici, chi la considera dal punto di vista tecnico e chi infine distingue le manifestazioni sorgentizie in base alla loro portata. L’acqua di sorgente, viene raccolta direttamente da una sorgente sotterranea che emerge in superficie. Poiché viene prelevata direttamente dalla fonte, l’acqua di sorgente non passa attraverso i sistemi di filtraggio e di distribuzione delle acque comunali. Esse hanno caratteristiche igieniche particolari e, eventualmente, proprietà favorevoli alla salute.

La località Graciolo o come chiamavano i nepesini, l’acqua forte è caratterizzata dalla zona vulcanica sui cui si trova e questo favorisce la grande quantità di acque di falda. Quest’acqua, scorrendo sulle morbide rocce tufacee, ha lentamente eroso il letto dei fiumi, creando le forre. Nell’immagine sottostante la bandiera italiana realizzata dalla natura, il verde dell’erba il bianco dell’acqua solfurea e il rosso dell’acqua ferrosa.


L’acqua minerale naturale, effervescente ha proprietà digestive spiccate e riconosciute ormai da secoli ed è imbottigliata come sgorga dalla sorgente. La sorgente con l’acqua effervescente naturale è regolamentata a orario e viene chiusa dallo stabilimento che detiene la concessione per l’imbottigliamento delle acque. Nei dintorni ne esistono altre, minori, a libero accesso.

La sorgenti solfuree più conosciute di Nepi, sono quella delle terme dei Gracchi, dalla cui fontana è possibile attingere tutto l’anno.

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Poi c’è quella delle solfatare di Monte Calderone, che si può ammirare sulla strada di Nepi che porta a Sutri.

La caldare di Nepi sono caratterizzate da una depressione circolare, probabilmente un piccolo cratere, che testimonia l’antica presenza del Vulcano Sabatino che 600.000 anni fa occupava tutta la fossa tettonica compresa fra i Monti della Tolfa e il Monte Soratte. La zona centrale della caldara è occupata da una palude generata nel tempo, da uno spesso strato di minerali argillosi di colore tra il bianco ed il giallo depositatosi sul fondo, i quali essendo impermeabili trattengono l’acqua piovana.

Il fenomeno delle polle gorgoglianti è un classico esempio di vulcanismo secondario associato a risalita di convogli gassosi verso la superficie e interazione con acqua superficiale. L’acido solfidrico quando arriva in superficie si ossida liberando ioni H+ e ossidi di zolfo, responsabili del tipico puzzo che la caratterizza. Le acque solfuree sono tipi di acque che possiedono una quantità pari o superiore ad 1 mg di H2S per litro, il quale ne conferisce il classico odore, spesso definito “di uovo marcio”. La loro origine avviene in strati sotterranei della Terra in condizioni con temperature elevate, queste tendono poi a risalire sotto forma di vapore (che può condensare formando un geyser) o come acqua calda. Il loro utilizzo nelle terapie come i bagni, (ad esempio nell’idroterapia) è noto da secoli, e considerato valido rimedio per difendere l’organismo da stimoli infiammatori endogeni o infiammatori esterni, mentre se ingerita provoca un’azione modicamente lassativa sull’apparato digerente.

La località Graciolo è caratterizzata da numerose sorgenti di vari tipi, tra cui troviamo quelle di tipo ferrosa. L’acqua ferrata o ferrosa è particolarmente indicata per fronteggiare l’anemia e le carenze di ferro. Le acque arsenicali ferruginose in dosi elevate favoriscono l’eccitazione della funzione della tiroide e a bassi dosaggi la frenano. In pratica l’uso più comune di quest’acqua, opportunamente diluita, è come coadiuvante terapeutico nelle condizioni di ipertiroidismo. Sono anche usate per la cura di dermopatie o piccole malattie infiammatorie della cute.
Nepi come città delle acque è ricca di sorgenti naturali, molte delle quali completamente asciutte a causa delle perforazioni di pozzi. Tra le sorgenti di acqua naturale, troviamo la sorgente e fontanella del cardinale, ad oggi completamente asciutta,

la sorgente del tasso (loc. cardinale) di tipo a falda,


la sorgente di Ronci,

le sorgenti della tenuta Pasciuta, situate ai lati fosso della tenuta, le quali erano usate come fontanella durante il periodo di raccolta del tabacco. Numerose sono inoltre le sorgenti che alimentano i vari fossi o che si trovano sulle pareti delle forre.

La sorgente principale che alimenta l’acquedotto cittadino, è situata a circa tre miglia dal centro abitato. E’ denominata Varano, meglio conosciuta come “La Botte”, posta nell’omonima località, che portava l’acqua fino alle mura della città.

Venne poi sostituita con il pozzo, situato poco distante che ad oggi rifornisce gran parte della città.

Le altre sorgenti di Nepi che forniscono l’acqua al paese sono situate in via del Concio e in via Roma vicino alla zona commerciale verso il fosso di valle fioretto.

Le acque minerali sono divise in varie categorie:
• acque minimamente mineralizzate: il residuo fisso a 180 °C è inferiore a 50 mg/l.
• acque oligominerali (o leggermente mineralizzate): il residuo fisso è compreso tra 50 e 500 mg/l.
• acque minerali: il residuo fisso è compreso tra 500 e 1500 mg/l.
• acque ricche di sali minerali: il residuo fisso è superiore a 1500 mg/l.

Esistono poi altre categorie, legate alla concentrazione di specifici sali minerali:
• contenente bicarbonato, se il bicarbonato è superiore a 600 mg/l;
• solfata, se i solfati sono superiori a 200 mg/l;
• clorurata, se il cloruro è superiore a 200 mg/l;
• calcica, se il calcio è superiore a 150 mg/l;
• magnesiaca, se il magnesio è superiore a 50 mg/l;
• fluorata, se il fluoro è superiore a 1 mg/l;
• ferruginosa, se il ferro bivalente è superiore a 1 mg/l;
• acidula, se l’anidride carbonica libera è superiore a 250 mg/l;
• sodica, se il sodio è superiore a 200 mg/l;
• indicata per le diete povere di sodio, se il sodio è inferiore a 20 mg/l;
• naturalmente gassata o effervescente naturale, se il tenore di anidride carbonica libera, superiore a 250 mg/l, è uguale a quello della sorgente;

Pietro Palazzini

Escursione perlustrativa realizzata dall’Associazione Culturale “I Cappellacci” e dall’Associazione Esplora Tuscia.

Naturalmente se qualcuno ha notizie e foto di altre sorgenti di Nepi, siamo ben lieti di aggiungerle a queste descritte.

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