Guida Storica di Nepi

Guida Storica di Nepi Silvio Gay lug-17 XIX 4

1907-2017: centodieci anni, un tempo pari a più di quattro generazioni, nel senso comune del termine. Un tempo adeguato per volgere lo sguardo indietro, non tanto per capire com’eravamo, quanto per comprendere meglio come raccontavamo il nostro essere Città di Nepi e come meglio interpretare, oggi, il nostro spirito di comunità. Queste le motivazioni che ci hanno spinto a ripubblicare questa breve Guida storica di Nepi, di Silvio Gay. Incaricato di questa breve prefazione, cosa posso dire, io che non sono nato a Nepi, trasferitomi in adulta età. Poche riflessioni. Di cui, sicuramente la prima sulla sensibilità mostrata da Silvio nei confronti dell’arte e dell’architettura, espressa nei pregevoli commenti e nei continui richiami alla conservazione delle loro vestigia; una sensibilità comunque condivisa da tanti Nepisini, nei tempi, stante quanto conservato tutt’oggi. La seconda sulla costante attenzione di Silvio agli aspetti socio-economici dei suoi concittadini, contro “la tanto vandalica distruzione dei boschi e dei pascoli, (che) ha lasciato intere famiglie prive di sostentamento”. Ancora, forse più importanti di tutte: la lucida visione di sviluppo sostenibile, quando per le cascate auspica l’intervento di “azzardosi industriali per essere usufruite onde ritrarre dalla forza meccanica lucrosi vantaggi e lavoro alle inerti braccia della popolazione locale” e l’antesignano valore di una brand reputation come necessità per il marketing delle acque “oggi di nessuna estimazione per la mancante mondiale reputazione” o le prospettive di valorizzazione come wellness center di “quei bagni che un tempo furono la delizia dei Romani”. Infine, l’ultima riflessione sullo spirito di comunità che emerge in tutte le vicende della sua storia e, forse ancor di più, nel suo racconto. La Nepi di oggi non ha confronto con quella di Silvio. Lo sviluppo residenziale fuori dalle antiche mura perimetrali, l’ideazione di più centri commerciali e la crescita di punti della Grande Distribuzione Organizzata, erodono quel patrimonio di nepesinità, per dirla con un termine caro a un altro comune parente, se non rinnovata e alimentata da riti e processi di coesione sociale. Il compito dell’attuale classe dirigente dovrà quindi essere quello di evitare che il modello di sviluppo immaginato, non efficacemente governato, possa lacerare il capitale sociale che, inevitabilmente, le contaminazioni generazionali e demografiche contribuiscono già fortemente a diluire. Non si tratta di romantiche, sentimentali suggestioni. Infatti, oggi la competizione non è più tra aziende o singoli comuni ma tra territori omogenei, organizzati e inclusivi. La sfida si vince con la coesione, con l’identità territoriale. La carenza di opere e servizi può essere colmata da progettazione e investimenti, mentre l’infrastrutturazione sociale è un processo con attivazione autopropulsiva, che deve interessare tutti e vedere ciascuno essere parte attiva della sua costruzione. Come non ricordare, dunque, il suo auspicio: “Auguro perciò alla Patria mia, un passo di civile progresso, perché solo da esso possono prosperare le industrie, e da una sempre più saggia scelta dei suoi amministratori, si potranno sperare quelle migliorie che i nuovi tempi richieggono sia nellincremento del commercio che abbellimento della città, come per la educazione ed istruzione, donde sortirono uomini dingegno e singolari, tanto nelle scienze che nelle lettere, istituendo nei limiti del possibile una borsa di studio”… Come non dare, oggi, concretezza e sostanza alla sua intuizione, istituendo un Fondo da dare in gestione all’Associazione Antiqua Viva, aperto al contributo di tutti, per finanziare borse di studio con cui premiare le tesi universitarie più meritevoli su opere, monumenti, paesaggio, artisti, storia o prodotti del territorio di Nepi.

Virgilio Gay

Prefazione

Nei primi anni della mia gioventù, ebbi occasione di leggere le Memorie del Ranghiasci, e fin d’allora mi convinsi che in base ad esse, e con altre più positive notizie, si sarebbe potuta scrivere, la Guida Storica di Nepi, fissandomi in mente di accingermi un giorno a tale lavoro. Nel coltivare il proposito, confesso che assai intrigato vedevo l’ardire mio, ma poi vinto dal sentimento ed animato dal pensiero che la Storia, maestra dell’arte, è di grande aiuto nel percorso del sentiero, intrapresi la narrativa dei fatti. Nella lusinga dunque di mostrarmi grato a Nepi Patria mia, pubblico con tutta modestia, questa Monografia, esponendo con sincerità le cose più notevoli  da me ricercate, dando poi notizia, senza passione d’animo, delle opere di alcuni che ancor son vivi, per le commendevoli ed eccellenti cose da essi fatte. A Voi miei cari concittadini offro e dedico il frutto del mio povero ma paziente lavoro, e mi auguro che sarete per accoglierlo benevolmente, sebbene scritto con pochezza di sentimento, perché esso racchiude la sommaria narrazione di quei gloriosi fatti che la nostra Nepi ebbe con la Roma di Marte, che dai Re ai Consoli ai Cesari e dagli Apostoli ai Papi è oggi la orgogliosa capitale del regno d’Italia dall’augusta Casa di Savoja. E se, come spero, vi riuscirà gradita, il favore mi sarà di sprone per pubblicare La Nepi illustrata.

Intanto credetemi con affetto verace 

Vostro

Gay Silvio

 

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