L’antico insediamento di Castel Paterno

Località: Castel Paterno
Regione: Lazio – Faleria (VT)
Tipo Percorso: Escursionistico (E)
Difficoltà: Facile
Lunghezza: 5,5 Km a piedi (solo andata)
Dislivello: circa 20 mt
Tempo percorrenza: circa 2 ore (solo andata)
Ciclabile: Si
Indicazioni: Scarse
Acqua potabile nel percorso: fontana inizio percorso
Note: Percorso facile, con alcune parti ripide. Sono consigliati l’uso di bastoncini e scarpe da trekking antiscivolo e indumenti anti-strappo che coprano gambe e braccia. È sconsigliato a persone molto anziane o bambini piccoli con carrozzine.

Ristori: Assenti lungo il percorso

Orari di apertura
Attualmente aperto
Aperto: tutto l’anno

Contatti
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L’itinerario che porta a Castel Paterno, parte dalla strada campestre che si distacca dalla via che da Faleria conduce da Civita Castellana (SP78), subito dopo il muro di cinta del Cimitero. Arrivati al bosco notiamo delle mura ricoperte di edera, proseguendo il sentiero arriviamo all’entrata dell’insediamento di Castel Paterno. Il Castello sorge su un’altura tufacea delimitata dalla confluenza di due profondi fossi, il fosso di Stabia e il fosso del Ponte, affluenti del fiume Treja. Ha una pianta irregolare: il lato orientale è quasi del tutto crollato; quello sud preceduto da un fossato, si conserva soltanto nel settore orientale. Del Castello rimangono una buona parte delle mura esterne, i resti di tre torri, alcune cisterne e le antiche abitazioni medievali ricavate dalle grotte rupestri di tufo falische a picco sulla forra della Valle Suppentonia. Nel 1002 il territorio ricadeva nei possedimenti della città di Nepi. Fu dimora temporanea di Ottone III, imperatore del Sacro Romano Impero, che fuggito da Roma per un’insurrezione delle famiglie nobili romane, si rifugiò in questo luogo il 1 gennaio 1002. Dopo alcuni giorni moriva all’età di 22 anni, forse avvelenato da una sua concubina Stefania, moglie di Crescenzio Patrizio Romano, fatto decapitare dall’Imperatore sugli spalti di Castel S. Angelo, perché ribelle alla sua priorità.

Il Castello dopo essere stato di S.Silvestro, venne donato da Innocenzo IV nel 1244, al monastero di S. Lorenzo al Verano. Nei secoli XVI e XV divenne proprietà della famiglia Anguillara. Nel documento della convenzione tra Flaminio ed Everso Anguillara, il Castello nel 1549, risulta abbandonato è nominato un terreno Castri diruti Paterno. Nell’antico abitato si narra che fosse nascosto il tesoro dell’Imperatore che consisteva in una chioccia con sette pulcini d’oro. Il rientro è per lo stesso cammino. Si consiglia di concludere l’escursione con una passeggiata nelle vie del paese, molto bello e caratteristico.


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Consigli Utili:
L’escursione non è uno sport di resistenza, quindi evitare la pressione del tempo e impostare il ritmo in modo che nessuno nel gruppo perda il fiato. Controllate sempre le previsioni meteo, visto che state passeggiando sulle rive dei torrenti potrebbe diventare molto pericoloso a causa di improvvisi allagamenti. Consigliato un telefono cellulare (numero per le chiamate di emergenza europeo 112). Una pausa puntuale serve per riposarsi, per godersi il paesaggio e la convivialità. Cibo e bevande sono necessari per mantenere le prestazioni e la concentrazione. Tenere sotto controllo i bambini, anche se ci sono delle staccionate, lungo il percorso passerete vicino a dei precipizi. Informate sempre le persone di fiducia su destinazione, percorso e via del ritorno. Resta insieme al gruppo. Per i solitari, fate attenzione: anche piccoli incidenti possono diventare gravi situazioni di pericolo. Rispettate la natura e non lasciare rifiuti. Non disturbate gli animali selvatici e da pascolo. Lasciate le piante intatte e non lanciate sassi nelle vallate.

Rischi e sicurezza:
I rischi che possono presentarsi durante l’escursione sono dovuti all’ambiente fisico-meteorologico-climatico e fattori ambientali indiretti:
Smarrimento: Se non esperti, fate sempre attenzione a non inoltrarvi in zone non battute e fuori dai sentieri.
Caduta di massi: nei percorsi che si affacciano su pareti di roccia, che percorrono brecciai è possibile incontrare delle frane. Il fenomeno del tutto naturale e accidentale in quanto legato a normali fenomeni di erosione ha dei rischi che aumentano in particolari condizioni atmosferico-meteorologiche come ad esempio in seguito a forti precipitazioni atmosferiche.
Fulmini: nel caso di temporale un pericolo molto grave è rappresentato dai fulmini. Evitare di sostare in luoghi aperti, sotto alberi isolati. Sono luoghi sicuri l’interno di grotte o rifugi (rimanendo comunque a più di un metro dall’entrata), nei boschi (prestate attenzione a posizionarsi sotto un albero più basso rispetto a quelli vicini).
Inondazioni: si consiglia in caso di pioggia, di evitare di sostare lungo i torrenti.
Vipere e altri animali: Il territorio ospita alcune specie di vipere, occorre evitare di frugare con mani e piedi sotto pietre o nell’erba alta. Se questo è necessario, utilizzare un lungo bastone. Come in tutti i boschi, anche altri animali possono essere pericolosi, come la zecca che si può trasmettere dagli animali selvatici dei boschi all’uomo e veicolare infezioni o alcune specie di ragni velenosi e scorpioni.

La flora nepesina:

La fauna nepesina:

Carta IGM 1:25.000

Pietro Palazzini

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