Snack-Bar Zellette – l’etimologia senza timori

Snack-Bar Zellette – l’etimologia senza timori Narrativa Rita Marcucci lug-18 XX 2

INTRODUZIONE

Lo spirito che anima la parola, dal medievale ‘parsole; parabola!

Un esimio etimologista italiano, Bruno Migliorini, ebbe a dire, introducendo il suo Prontuario Etimologico del 1950 che, contrariamente a quanto si cede, l’etimologia di un vocabolo a non è un indovinello che si possa risolvere con un po’ di cultura poliglotta e una spolveratura di termini tecnici” bensì la sua storia, condotta possibilmente sino alle fasi più remote, in modo da riconnettere quella parola alla famiglia di altre parole da cui essa è sorta-. Non mi propongo di assolvere a tale compito, per Uguale sono necessari studi approfonditi, ma credo che la mia curiosità per questo campo di studi sia condivisa dagli amanti della lingua e delle buone letture per cui riuscirà gradevole, spero, che la mia ricerca proponga solo fonti già accertate e si limiti a fugare qualche semplice dubbio, che sia solo un’infarinatura, ‘parlando in crusca’, di etimologia.

La storia della lingua e delle sue origini, non fu cruenta come quella delle invenzioni dell’uomo — dalla ruota alla bomba atomica — é anzi ancora oggi un’allegra avventura, che invece di dividerci, come fanno gli ordigni micidiali e le ricchene materiali, spesso ci unisce e ci diverte. Cosi, dalla caduta della Torre di Babele, in cui un dio misterioso ci punisce proprio confondendo le lingue, la civiltà umana progredisce cercando di ravvisare e ritrovare in tutte le culture quell’humus linguistico che ricompare inaspettatamente negli idiomi più remoti e che però è a tutti comune, quell’affiato di comprensione per l’altro’ che affiora e che vive nel nostro modo di parlare: welcome, wilkommen, bienvenue, bienvenido, benvenuto!

Non essendo linguista analizzerò solo qualche vocabolo nazionale che ha suscitato il mio interesse limitandomi per le parole straniere a qualche raffronto… ma se ancora pensate che la mia sia presunzione chiederò la benedizione di un altro poeta, Giuseppe Gioacchino Belli, che riteneva pure lui il lavoro delfetimologi sta un’attività dello spirito:

Se il senso woi scavar di pellegrina voce scabretta che ti guardi bieca tolto un pericolo di radice greca

penai con mezza sillaba latina

ivi all’uopo con giusta disciplina

altri strani caratteri interseca e l’ebraico e ‘l siriaco in mezzo reca né ti scordar della caldaica mina e allor che il tuo vocabolo disposto ti cominci a pigliar buona figura se ti stu riva alcunchè, mutagli posto per tal modo ogni onesta creatura può spiegare un oracolo nascosto e nel cerchio trovar la quadratura

Buona lettura!

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