Nepi: Fauna selvatica – Insetti, Ragni e Lumache

Nei nostri boschi e lungo le forre è possibile incontrare molte specie di insetti, invertebrati, ragni e lumache.

  • Chiocciola è un termine di uso comune che può riferirsi a varie specie di molluschi gasteropodi appartenenti all’ordine Stylommatophora, tutte caratterizzate dalla presenza di una conchiglia. Il termine viene talora impropriamente considerato come sinonimo di lumaca, termine che andrebbe utilizzato solo per i gasteropodi sprovvisti di conchiglia.
  • Lumaca è un termine comune in lingua italiana con cui si indicano tutti i gasteropodi terrestri polmonati (per estensione, seppur più raramente, anche quelli marini) sprovvisti di conchiglia complessa e apprezzabile a occhio nudo (il “guscio” nel linguaggio comune), bensì rudimentale e nascosta nella massa del mantello. Spesso vengono chiamate in questo modo anche le chiocciole, gasteropodi dotati invece di conchiglia visibile e ben strutturata.
  • Pholcidae (Ragno): Questa famiglia è rappresentata in Italia da sette specie divise in cinque generi. Sono ragni dall’aspetto molto caratteristico, di dimensioni generalmente medio-piccole (2-10mm) e dalla corporatura esile e fragile. Il prosoma è fortemente arrotondato, gli arti sottili e molto allungati mentre l’addome è di forma variabile. Costruiscono un intreccio di fili irregolari generalmente in luoghi bui, ombrosi e riparati. Fanno eccezione Holocnemus pluchei che costruisce la sua tela campaniforme all’aperto, spesso in ambienti xerici e assolati, anche litorali, e le due specie di Spermophorides, rinvenibili principalmente sotto pietre in ambienti naturali.
  • Bruco è lo stadio larvale dei lepidotteri. I bruchi (appartenenti al tipo morfologico delle larve eruciformi) hanno forma allungata e aspetto vermiforme. In essi si distingue il capo, seguito da 3 segmenti toracici e 10 segmenti addominali. L’apparato boccale è masticatore. Nel capo sono presenti anche degli occhi semplici detti stemmata (mancano quelli composti) e antenne piuttosto ridotte. I segmenti toracici portano tre paia di zampe articolate, mentre nell’addome sono presenti le pseudozampe (false zampe), in genere 5 paia. Il tegumento presenta un numero variabile di peli o setole (con funzione sensoriale oppure di rivestimento e protezione, talvolta urticanti), sparse o distribuite a ciuffi, anche su tubercoli.
  • Processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa) è un lepidottero appartenente alla famiglia Notodontidae, diffuso in Eurasia e Nordafrica. Si tratta di un insetto altamente distruttivo per le pinete poiché le priva di parte del fogliame, compromettendone così il ciclo vitale. Inoltre, durante lo stadio larvale tale insetto presenta una peluria che risulta particolarmente urticante per vari animali, compreso l’uomo, e i suoi effetti si manifestano dopo un giorno. ATTENZIONE: In caso di contatto, sciacquare abbondantemente la zona colpita. Mai grattare o applicare creme: i peletti possono spezzarsi o infilarsi sottopelle, creando irritazioni che possono durare anche qualche settimana, anziché un paio di giorni come è di solito. Non toccarsi altre parti del corpo, perché potrebbe trasferire i piccoli filamenti di processionaria. Se inalati, la situazione è grave e si verifica un broncospasmo, per cui è meglio correre all’ospedale.
  • Cavalletta dei prati (Calliptamus italicus) è un insetto ortottero della famiglia Acrididae, comune nei paesi del bacino del Mediterraneo. In talune circostanze questa specie può sviluppare tendenza al gregarismo con formazione di aggregati molto numerosi, potenzialmente dannosi per le colture. Gli adulti sono cavallette di media taglia che raggiungono una lunghezza di 21–36 mm nelle femmine, mentre i maschi non superano i 26 mm (dimorfismo sessuale). Il colore della livrea è grigio o brunastro, mentre le ali, di colore rosa, si apprezzano solo quando l’insetto è in volo.
  • Scorpione italiano, (Euscorpius italicus), è uno scorpione della famiglia Euscorpiidae. L’habitat è rappresentato soprattutto da vecchie mura, pietraie e legnaie, dove trova rifugio in buchi, anfratti e crepe. È tuttavia reperibile anche nei campi erbosi e sotto le pietre nelle zone montuose. Questa specie di scorpione si può trovare nelle case situate in zone boscose. Raramente questo scorpione punge, ma disponendo di una dose di veleno molto ridotta, la puntura nell’uomo causa solamente un dolore intenso e passeggero, simile a quello causato dalle punture di vespe e api. In genere la puntura della coda dove inietta il veleno è usata principalmente a scopo di difesa, raramente per offesa, solo in casi particolari quando deve immobilizzare prede di grandi dimensioni o pericolose; infatti, per cacciare, in genere usa le sue potenti chele.

ATTENZIONE, se punti da uno scorpione:

  • Mantenere la calma;
  • Non incidere, non succhiare il veleno, non applicare il laccio emostatico arterioso (LEA)
  • Immobilizzare la zona colpita;
  • Spremere la pelle per estrarre il veleno;
  • Applicare del ghiaccio (coperto da un telo per evitare danni da freddo alla cute) per attenuare il dolore.
  • Contattare il centro antiveleni più vicino e identificare, se possibile lo scorpione, il servizio di Emergenza Sanitaria 118 o il Numero Unico di Emergenza 112
  • Sorvegliare il possibile instaurarsi di uno stato di shock;
  • Se le manifestazioni sono più gravi ma comunque limitate alla zona di puntura (dolore particolarmente intenso, gonfiore significativo) possono essere consigliati farmaci antidolorifici e anti edematosi.
  • Se invece le manifestazioni assumono carattere generale, potenzialmente pericolose per la vita, è necessaria l’ospedalizzazione.
  • Maggior riguardo ovviamente si deve usare nel caso in cui siano i bambini ad essere punti.
  • Ape europea (Apis mellifera) è la specie del genere Apis più diffusa nel mondo. L’ape domestica costituisce la società animale più studiata e ammirata. È una società matriarcale, monoginica e pluriannuale, formata da numerosi individui appartenenti a tre caste, tutte alate. Di norma in un alveare vivono una regina, unica femmina fertile, 40 000 – 100 000 operaie, femmine sterili destinate al mantenimento e alla difesa della colonia, e, tra aprile e luglio (in Europa), da 500 a 2000 maschi (detti anche fuchi o pecchioni), questi ultimi destinati esclusivamente alla riproduzione. La specie è polimorfica perché le tre caste hanno conformazioni morfologiche diverse tra loro.
  • Vespa vespidi (Vespidae), comunemente noti come vespe, sono una famiglia di insetti sociali, appartenente all’ordine degli Imenotteri. Le femmine sono dotate di un aculeo velenoso che utilizzano esclusivamente per difesa, la cui puntura è dolorosa, in alcuni casi pericolosa perché potenzialmente in grado di scatenare forme allergiche. In tal senso, la vespa più pericolosa è spesso considerata il calabrone, nonostante l’aggressività pari o anche molto minore rispetto ad altre specie.
  • Tafano o tabanidi (Tabanidae) sono una famiglia cosmopolita di insetti dell’ordine dei Ditteri (Brachycera: Tabanomorpha). Tradizionalmente inclusi nel raggruppamento degli Orthorrhapha o Brachiceri inferiori, rappresentano una delle famiglie più importanti per numero di specie, diffusione e, soprattutto, per la ricorrente ematofagia delle femmine e le implicazioni di carattere sanitario, medico e veterinario. Per questo motivo, i tafani rientrano fra i ditteri più studiati e più conosciuti, sia nella biologia, sia nella sistematica. Vi sono comprese circa 4.400 specie descritte. I tafani sono conosciuti in inglese con il nome comune di horse flies (“mosche cavalline”). Il nome “mosca cavallina” ricorre talvolta anche nell’italiano, ma il suo uso è alquanto ambiguo in quanto è usato per indicare anche altri brachiceri ematofagi, in genere la Hippobosca equina oppure la Stomoxys calcitrans.
  • Calabrone (Vespa crabro), detto anche aponale o cravunaro rosso, è il più grosso vespide europeo. Nel linguaggio comune con il termine “calabrone” vengono spesso erroneamente identificati anche l’ape legnaiola (Xylocopa violacea) e il bombo terrestre (Bombus terrestris). Il calabrone è la più grande delle vespe europee e nordamericane; insetto prevalentemente carnivoro, predatore di altri insetti, non disdegna però la polpa della frutta e i nettari zuccherini, e ciò contribuisce a spiegare la sua diffusione in aree agricole.
  • Bombo o Bombus è un genere di insetti imenotteri della famiglia Apidae, comunemente noti come bombi. È l’unico genere della tribù Bombini. Allo stesso modo delle api, i bombi raccolgono il nettare e il polline per nutrizione. Sono tra gli insetti impollinatori più importanti e utili per l’essere umano e l’ecosistema. Generalmente più grossi delle comuni api, i bombi sono caratterizzati da una livrea gialla e nera a bande di colore più larghe; ne esistono delle specie tutte nere o con bande arancioni. La principale caratteristica di questi imenotteri è senz’altro la soffice peluria. I bombi sono poco aggressivi; le regine e le operaie sono però in grado di pungere e il loro pungiglione, non avendo seghettatura a differenza delle api mellifere, permette loro di pungere anche ripetutamente.
  • Zanzare (Culicidae) sono una famiglia di insetti dell’ordine dei Ditteri (Nematocera: Culicomorpha). Questa famiglia, che conta circa 3540 specie, costituisce il gruppo più numeroso della superfamiglia dei Culicoidea, che a sua volta comprende insetti morfologicamente simili ai Culicidi ma, ad eccezione dei Corethrellidae, incapaci di pungere. Caratteristica generale propria dei Culicidi è la capacità del particolare apparato boccale, presente esclusivamente nelle femmine, che consente loro di pungere altri animali e prelevarne i fluidi vitali, ricchi di proteine necessarie per il completamento della maturazione delle uova. La presenza di diverse specie ematofaghe, associate all’uomo e agli animali domestici e in grado di trasmettere alla vittima microrganismi patogeni, attribuisce ai Culicidi una posizione di primaria importanza sotto l’aspetto medico-sanitario.

 

ATTENZIONE!!!!!!

Se punti da un’insetto:

  1. Mantenere la calma;
  2. Non strofinare con le dita per evitare di spremere il sacco velenifero;
  3. Rimuovere immediatamente (entro 20 secondi) il pungiglione, se è visibile, con un movimento secco e rapido (usando le unghie o le pinzette). Trascorsi i primi 20 secondi l’operazione risulterà meno utile perché tutto il veleno sarà stato ormai liberato;
  4. Non incidere, non succhiare il veleno, non applicare il laccio emostatico arterioso (LEA);
  5. Immobilizzare la zona colpita;
  6. Lavare la zona con acqua fredda e sapone, quindi disinfettare la cute;
  7. Per alleviare il dolore e ridurre il gonfiore, far scorrere l’acqua fredda sopra e attorno all’area o applicare un impacco avvolgendo in un asciugamano alcuni cubetti di ghiaccio;
  8. Per ridurre bruciore, dolore e prurito, inoltre, è possibile ricorrere agli appositi stick dopo-puntura;
  9. Per lenire la cute, è possibile ricorrere anche a validi rimedi fitoterapici, come l’applicazione locale di Aloe (gel o polpa) o di un unguento a base di Calendula;
  10. Sorvegliare il possibile instaurarsi di uno stato di shock;
  11. In caso di problemi, contattare il centro antiveleni più vicino e identificare, se possibile l’insetto responsabile, il servizio di Emergenza Sanitaria 118 o il Numero Unico di Emergenza 112;
  12. Se le manifestazioni sono più gravi ma comunque limitate alla zona di puntura (dolore particolarmente intenso, gonfiore significativo) possono essere consigliati farmaci antidolorifici e anti edematosi o antistaminici.
  13. Se invece le manifestazioni assumono carattere generale, potenzialmente pericolose per la vita, è necessaria l’ospedalizzazione.
  14. Maggior riguardo ovviamente si deve usare nel caso in cui siano i bambini ad essere punti.

Segni di una reazione allergica generalizzata

Di solito, i sintomi si sviluppano molto rapidamente e possono includere:

  • Sensazione di malessere, sensazioni di formicolio e capogiri;
  • Prurito e orticaria generalizzati (eruzione cutanea con prurito);
  • Angioedema (gonfiore sottocutaneo con tumefazione delle labbra e della lingua);
  • Edema della glottide con sibili e respirazione difficoltosa (rigonfiamento della laringe all’altezza delle corde vocali, che può impedire anche del tutto il passaggio dell’aria);
  • Asma (restringimento improvviso, anomalo e persistente dei bronchi dovuto a spasmo della parete bronchiale e abbondante secrezione di muco);
  • Collasso e perdita di coscienza da Shock anafilattico (grave calo di pressione marcato e persistente);

Chiunque manifesti uno qualsiasi di questi sintomi deve recarsi immediatamente al pronto soccorso (servizio di Emergenza Sanitaria 118 o il Numero Unico di Emergenza 112). Le persone che sanno di essere allergiche devono sempre avere accesso a un auto iniettore di adrenalina. Un auto iniettore è un dispositivo portatile che inietta un farmaco quando viene premuto contro la pelle, non è necessario sapere come “fare un’iniezione”. L’adrenalina (o epinefrina) è un farmaco per trattare le reazioni allergiche e può essere un salvavita. Utilizzare l’auto iniettore al primo segno di una reazione allergica.

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.

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