Nepi: Fauna selvatica – Anfibi e Rettili

 

Nei nostri boschi possiamo incontrare molte specie di rettili, tra cui la vipera, la biscia dal collare, colubri come il cervone, lucertole, ramarri ecc.

  • Vipera (Vipera comune, aspide) è un genere di serpenti velenosi, appartenenti alla famiglia Viperidae. I loro occhi hanno pupille verticali, simili a quelle dei gatti. Questa caratteristica, per le specie italiane, contribuisce a distinguerle dagli altri serpenti presenti negli stessi habitat, come le innocue bisce, che hanno pupilla rotonda. Altri caratteri che tipicamente permettono di distinguere una vipera da un colubride non velenoso italiano sono la testa triangolare e la coda che si restringe in modo brusco, mentre gli altri ofidi presentano testa ovale e coda che si restringe gradualmente. Bisogna premettere che il morso della vipera europea è molto raramente letale. E’ l’unico serpente pericoloso per l’uomo presente nel nostro territorio.

   Attenzione – In caso di morso:

  1. Calmare la persona, evitando di farle eseguire movimenti e ponendola supina, per evitare un’accellerazione del flusso sanguigno che faciliterebbe la propagazione del veleno;
  2. Monitorare le funzioni vitali;
  3. Chiamare il servizio di Emergenza Sanitaria 118 o il Numero Unico di Emergenza 112 dove attivo;
  4. Applicare BLS, se necessario;
  5. Non incidere, non succhiare il veleno, non applicare il laccio emostatico arterioso (LEA), non somministrare siero antivipera;
  6. Non agitarsi o fare sforzi fisici e non ingerire alcoolici;
  7. Lavare con soluzione fisiologica e disinfettare con acqua ossigenata;
  8. Eseguire un bendaggio linfostatico e immobilizzare l’arto interessato con uno steccaggio, come si farebbe nel caso di una frattura, ma non bloccare la circolazione sanguigna. Nel caso il morso avvenga su tronco, collo o testa, applicare un tampone rigido sopra la zona interessata, tenendolo compresso con un cerotto elastico adesivo;
  9. Non mettere ghiaccio sulla zona morsa per il possibile peggioramento della necrosi;
  10. Coprire la persona per ridurre la dispersione di calore corporeo;
  11. Sorvegliare il possibile instaurarsi di uno stato di shock;

 

  • Biscia dal collare  (Natrix natrix) o Biscia d’acqua o rospara o Natrice dal collare è tipicamente verde scuro o marrone con un collare giallo caratteristico dietro alla testa a cui deve il nome. Il colore potrebbe andare inoltre dal grigio al nero. La parte inferiore è più chiara. La biscia dal collare è uno dei più grandi rettili europei raggiunge una lunghezza totale di 150 cm, in rari casi esemplari di notevoli dimensioni possono raggiungere una lunghezza massima di 200 cm. Questo colubroideo ha un ampio areale eurasiatico. È distribuito nell’Europa continentale, dalla penisola iberica agli Urali e dalla Scandinavia settentrionale all’Italia meridionale. In Italia è presente in tutta la penisola, Sicilia e Sardegna comprese. Si adattano ad una varietà di habitat e nonostante prediligano le aree vicino agli specchi d’acqua dolce, alle rive dei fiumi e agli stagni, si trovano anche nei boschi,nelle campagne e in alta montagna. Si alimenta principalmente di rane e rospi, ma anche di tritoni, girini e pesci. Se viene afferrata, tende a scaricare il contenuto maleodorante della ghiandola anale e può fingersi morta rivoltandosi sul dorso, con la bocca aperta e la lingua penzolante. Morde raramente. Risulta completamente innocuo per gli esseri umani.

 

  • Colubro di Esculapio (Zamenis longissimus) o Saettone comune o Frustone è un serpente non velenoso della famiglia dei colubridi. Il colubro di Esculapio normalmente raggiunge gli 1,4-1,6 m, raramente gli oltre 2 m nella parte meridionale del suo areale. La slanciata coda ne costituisce il 20-25 % della lunghezza totale. Esiste un dimorfismo sessuale che riguarda le dimensioni, con il maschio più grande e lungo della femmina (peso del maschio = circa 900 g, peso della femmina = circa 600 g). La testa è lunga, affusolata, e non ben distinta dal collo, con occhi di medie dimensioni a pupilla rotonda. Si arrampica abilmente, salendo anche su tronchi verticali. Comportamento mite; talvolta, quando viene avvicinato, resta immobile muovendo la bocca come se masticasse. A differenza del biacco, il saettone si muove in modo lento e sinuoso e, se disturbato, si allontana lentamente.

 

  • Cervone (Elaphe quatuorlineata) o cervione o topara o colubro a quattro linee o pasturavacche, è un serpente non velenoso della famiglia dei Colubridi. È il più lungo serpente italiano ed uno tra i più lunghi d’Europa. La sua lunghezza può variare dagli 80 ai 240 cm, anche se raramente supera i 160. È di colore bruno-giallastro con le caratteristiche quattro scure barre longitudinali (da cui il nome scientifico). Gli animali giovani sono bianchi con macchie nere, mentre gli esemplari adulti hanno una colorazione marrone e presentano quattro strisce nere lungo il corpo. Oltre a non essere velenoso, il cervone morde raramente e presenta un carattere tranquillo.

 

  • Biacco (Hierophis viridiflavus) o milordo o colubro verde e giallo o frustone. Ampiamente diffuso in tutto il territorio provinciale, fino ai 1500 m di quota. Si rinviene in una grande varietà di ambienti tendenzialmente ricchi di vegetazione (declivi rocciosi e assolati, boschi aperti, macchie, ruderi, coltivi, parchi e giardini). Localmente presente con buona densità. Adulti fino a 150 cm di lunghezza, occasionalmente fino a 200 cm; testa piccola e ben definita; occhi ben distinguibili con pupilla rotonda; colorazione di fondo verde-giallastra con una più o meno intensa pigmentazione scura che forma un indistinto intreccio di barre, soprattutto nelle parti superiori e laterali; alcuni individui sono completamente neri. Si ciba principalmente di lucertole e piccoli mammiferi. Quando viene disturbato può diventare aggressivo e mordere, ma essendo sprovvisto di veleno, risulta innocuo per l’uomo.

 

  • Natrice tassellata (Natrix tessellata o Biscia Tassellata). Presente in gran parte del territorio provinciale, dalla pianura all’area collinare e montana. Specie tipicamente acquatica, legata alla distribuzione delle zone umide. Adulti fino a 100 cm e oltre, ma solitamente meno di 75 cm; testa arrotondata con pupilla rotonda; narici rivolte verso l’alto; colorazione variabile: di solito grigiastra o brunastra, ma talvolta giallastra o verdastra, spesso con un disegno tipico di punteggiature scure regolari distribuite uniformemente sul corpo. Tali macchie, di dimensione variabile, possono fondersi fino a formare bande scure sul dorso e sui fianchi. Si ciba quasi esclusivamente di pesci e occasionalmente di anfibi. La natrice tassellata non è velenosa, dunque rientra tra le specie innocue per l’uomo.

 

  • Colubro liscio (Coronella austriaca). Si rinviene in ambienti soleggiati come boschi luminosi, pendii scoscesi e cespugliosi, mucchi di pietre e tra le crepe dove trova rifugio. Adulti fino a 60 cm, occasionalmente oltre 80 cm; specie moderatamente piccola, con testa e collo poco definiti, muso relativamente appuntito, occhi piccoli con pupilla rotonda; colorazione variabile da grigiastra a brunastra, rosata o persino rossastra; sul dorso sono spesso presenti macchie scure nella regione del collo; quasi sempre si rinviene una striatura scura e marcata che dal collo attraversa l’occhio e termina alla narice. Si ciba prevalentemente di lucertole fino alla grandezza del ramarro; le prede più grandi vengono strette tra le spire. Si muove lentamente; se manipolata morde immediatamente e scarica il contenuto della ghiandola anale. Pur essendo dotato di una ghiandola velenifera, il colubro liscio non è pericoloso per l’uomo e ha un carattere tranquillo.

 

  • Colubro di Riccioli (Coronella girondica). Presente alle basse quote e occasionalmente al di sopra dei 1500 m. Occupa una grande varietà di ambienti aridi e assolati come steppe di arbusti, praterie post-colturali, calanchi, boschi aperti e luminosi; spesso in corrispondenza di ammassi di legname o mucchi di pietre, muri a secco, ecc. Adulti solitamente fino a 50 cm, raramente oltre gli 80 cm. Molto somigliante al Colubro austriaca, ma tende ad essere più slanciata con muso più arrotondato; dorso brunastro o grigiastro, ma anche ocra o rosato con evidenti barre irregolari scure, generalmente più ampie che in Colubro austriaca; ventre spesso giallo, arancione o rosso con disegno caratteristico nero a scacchiera; manca della linea scura tra le narici e gli occhi, ma in molti casi è presente una evidente “briglia” sul muso. È una specie molto rara, difficile da avvistare, molto tranquillo e per nulla mordace. Si ciba preferibilmente di lucertole, compresi gechi se presenti, ma anche piccoli serpenti e insetti.

 

  • Colubro lacertino (Malpolon monspessulanus) è un altro serpente grande che può raggiungere lunghezze importanti, fino a due metri. Lo si può incontrare raramente e nelle zone aride e soleggiate. Ha una colorazione uniforme grigia o marroncina senza macchie e un carattere molto aggressivo. Morde facilmente ed è velenoso ma le conseguenze del morso di questo serpente non sono gravi per l’uomo: se si viene aggrediti da questo serpente si avrà gonfiore e febbre per qualche giorno.

 

  • Orbettino o orbetto o aspide sordo (Anguis fragilis) è un sauro della famiglia Anguidae. Da molti erroneamente considerato un serpente, per via del suo particolare modo di incedere, dovuto alla mancanza di arti; in realtà si tratta di una lucertola che, nel corso dell’evoluzione, ha perso le zampe; come molte lucertole, in caso di pericolo riesce a spezzare la coda, che rappresenta il 60% della lunghezza del corpo, lasciandola sul terreno per distrarre l’aggressore e riuscire a fuggire. Altro aspetto che differenzia questa specie rispetto agli ofidi, è la presenza di palpebre che si chiudono, un minor numero di vertebre ed una pelle più robusta. È un animale di forma cilindrica; possiede una pelle liscia e lucida, sotto di essa sono presenti placche ossee chiamate osteodermi che lo rendono molto rigido nei movimenti, anche se gli facilitano l’escavazione. La sua colorazione è molto varia: principalmente è grigio argenteo, ma può essere anche marrone o rossastro quasi come il rame, le femmine e i giovani presentano fianchi di colore scuro e a volte una striscia più scura nella parte dorsale lungo le vertebre; i maschi sono in genere di colore uniforme a volte con ocelli azzurri sui fianchi. Entrambi i sessi sono totalmente neri sul ventre. Può raggiungere eccezionalmente una lunghezza di 50 cm, anche se in genere non supera i 35–40 cm. Il suo peso si aggira attorno ai 30 – 60 grammi. Questa specie tende a perdere la coda molto facilmente per autotomia come del resto indicato dal nome scientifico. È un rettile lento e, nonostante il suo comportamento mite e tranquillo, viene spesso ritenuto velenoso e ucciso. Le popolazioni rurali spesso lo chiamano “aspide sordo” e lo considerano pericolosissimo in quanto l’ultimo nato della vipera.

 

  • Luscengola (Chalcides chalcides). Di solito abita zone umide con vegetazione erbacea bassa, ma fitta: pendii erbosi, prati acquitrinosi, campi in vicinanza di ruscelli; rara nelle aree montane; occasionalmente si trova in habitat aridi. Corpo serpentiforme con zampe piccolissime munite di tre dita; tipicamente verde oliva, grigio, marrone, color bronzo o color sabbia, spesso con riflessi metallici; coda circa la metà della lunghezza totale. Si nutre di artropodi. Si distingue dai serpenti per le zampe piccole.

 

  • Lucertola muraiola (Podarcis muralis) è un rettile appartenente alla famiglia Lacertidae. È lunga in media circa 15–20 cm (compresa la coda). La colorazione del dorso è variabile in base alla regione, e possono avere una colorazione dal grigio al bruno. Le femmine e i giovani presentano delle strisce laterali continue di color bruno scuro mentre nei maschi il disegno è più complesso, con punteggi di chiaro e linea vertebrale discontinua. Si distingue dalla lucertola campestre (Podarcis siculus) per l’assenza delle livrea color verde cianuro caratteristica di quest’ultima.

 

  • Ragano o ramarro (Lacertilia), nei paesi di lingua latina più noti come sauri (Sauria), sono un sottordine obsoleto perché parafiletico di rettili appartenenti all’ordine Squamata. Hanno una testa piatta e triangolare, tronco piatto e coda lunga; si tratta di quadrupedi, anche con zampe non evidenti (Negli Anguidi come l’orbettino), minuscole (Negli Scincidi come la Luscengola) ed orecchie esterne prive di padiglione auricolare (per le singole specie vedi Categoria:Sauri). Hanno occhi con pupille nere e iride gialla ed hanno palpebre, una lingua biforcuta che funge da organo di tatto e come arma di caccia: tramite la saliva trattiene le piccole prede di cui si nutre, come insetti, larve e vermi, è inoltre dotata di due robuste mascelle e due file di denti simmetrici.

 

  • Tartaruga o testudines  o Chelonia comprende rettili comunemente noti come tartarughe e testuggini. Nel linguaggio comune, il termine tartaruga indica entrambe le categorie ma, nello specifico, le tartarughe appartengono tutte alle specie acquatiche, d’acqua dolce (come ad esempio gli Emydidae, con membrane di pelle tra gli artigli) o marine (con arti trasformati in pinne), con carapace dal profilo basso e sovente carnivore; mentre le testuggini (dal latino testudo) sono tutte le specie che si siano adattate alla vita terrestre, erbivore, con possenti artigli e con carapace (generalmente) rialzato. Le tartarughe possono essere di varie dimensioni: dai pochi centimetri delle specie più piccole da 3–4 cm, fino ai 2,2 m delle specie più grandi. Il maggiore peso è intorno ai 700 kg appartenente alla tartaruga Dermochelys coriacea. Esse sono dotate di un guscio protettivo molto resistente: la parte superiore di questa “corazza” prende il nome di “carapace”, mentre la parte inferiore prende il nome di “piastrone”. Le tessere di carapace e piastrone sono chiamati scuti. Esistono diverse specie adattate per diversi ambienti, per i fiumi e laghi (come la Emys orbicularis), per i mari (come la Caretta caretta) per la terra (come la Testudo hermanni).

 

  • Rospo comune (Bufo bufo) è un anfibio anuro della famiglia Bufonidae, diffuso in Eurasia e nel nord-ovest dell’Africa. Il rospo comune è protetto dalla convenzione di Berna per la salvaguardia della fauna minore. È l’anfibio più grande d’Europa, e raggiunge addirittura i 20 cm (zampe escluse). La sua colorazione è marrone, che può tendere al rossiccio, il ventre tende ad essere biancastro. La pelle presenta numerose verruche, che secernono sostanze urticanti solo se a contatto con le mucose. Le pupille del rospo comune sono orizzontali; l’occhio è di color oro scuro o rame, e nel suo collo vi sono due ghiandole parotoidi ovali. Queste ghiandole contengono un liquido biancastro irritante per le mucose. Gli animali della zona meridionale dell’areale tendono ad essere più grandi e con pelle più “spinosa” cioè con verruche più prominenti.

 

  • Rana si indica la maggioranza degli anfibi appartenente alla famiglia degli Anuri. In ambito tassonomico, è bene notare che il nome è invece attribuito soltanto ai membri del genere Rana. Generalmente, le rane sono anfibi che vivono principalmente in acqua, privi di coda e con zampe posteriori adatte a saltare; la pelle è liscia e di colore giallo o verde, gli occhi sporgenti, e sono dotati di denti nella mascella superiore. I membri dell’ordine degli Anuri che non sono rane, sono detti rospi e raganelle: questi tre nomi comuni non trovano corrispondenza nella zoologia, per cui una data specie di rana potrebbe essere evolutivamente più prossima ad una raganella o ad un rospo che a un’altra rana. Si tratta invece di macrocategorie che identificano lo stile di vita dell’animale: la differenza principale è che le rane passano la maggioranza del tempo in acqua (e hanno infatti le zampe palmate e sono eccellenti nuotatrici), mentre i rospi sono terricoli e le raganelle arboricole (pur essendo entrambi legati all’acqua per la riproduzione). Rispetto ai rospi, le rane sono più snelle, e hanno la pelle liscia al tatto. In generale, le rane sono più veloci dei rospi; a terra, si spostano quasi solo saltando (a differenza dei rospi, che spesso camminano), e possono balzare molto più lontano di un rospo, grazie alle zampe posteriori più lunghe. La nascita della rana avviene, attraverso l’uovo deposto in acqua, da cui nasce il girino, primo stadio larvare, molto simile a un piccolo pesce, dotato di coda e privo di zampe. Esso respira attraverso branchie. In seguito a processi di metamorfosi le branchie scompaiono e si sviluppano polmoni, per la respirazione sulla terra, e arti per la locomozione.

 

  • Raganella italiana (Hyla intermedia) è un anfibio della famiglia Hylidae. È una raganella di dimensioni medio-piccole, che raggiunge una lunghezza di 4–5 cm. Per molti versi è estremamente simile a Hyla arborea: la colorazione del dorso è di colore verde brillante, con ventre biancastro nettamente demarcato da una linea di colore dal grigio al beige. Dall’occhio si diparte una evidente striscia nera laterale che si prolunga fino all’inserzione dell’arto inferiore. Il maschio possiede un sacco vocale sotto la gola, che gonfiato raggiunge quasi la grandezza del corpo. Le dita sono dotate di cuscinetti adesivi.

 

  • Geco o Gekkonidi (Gekkonidae) sono una famiglia di piccoli rettili comunemente noti come gechi. La maggior parte dei gechi nei paesi temperati è di colore grigio o beige, maculata così finemente da ricordare la gomma. Molte specie possono cambiare colore per mimetizzarsi o per altri scopi, adattandosi per esempio all’ambiente circostante. Altre specie, caratteristiche dei paesi caldi, possono avere colori brillanti, specialmente quelle con abitudini prevalentemente diurne. I gechi sono i soli rettili dei paesi temperati dotati di voce, emettono cioè un verso, che non è un sibilo.

 

  • Salamandra pezzata (Salamandra salamandra) è un anfibio urodelo appartenente alla famiglia Salamandridae. La salamandra pezzata è facilmente riconoscibile per la sua colorazione nera con vistose macchie gialle. Raggiunge i 15–20 cm di lunghezza totale (coda compresa), e le femmine sono in generale più lunghe e grosse dei maschi. La pelle, liscia e lucente, è cosparsa di piccole ghiandole secernenti il muco che ricopre l’animale; il muco ha una funzione battericida (protegge la pelle dalle infezioni), riduce la disidratazione e ha un gusto repellente per gli eventuali predatori. Le tinte vivaci della pelle segnalano appunto che la salamandra non è commestibile: queste colorazioni appariscenti sono dette “colorazioni di avvertimento” (funzione aposematica).

 

  • Tritone italiano (Lissotriton italicus) è un anfibio caudato della famiglia Salamandridae, endemico dell’Italia. È un tritone di aspetto esile, lungo non oltre 8 cm, con testa piccola e squadrata ed una cresta ghiandolare su entrambi i lati della schiena. Ha una coda sottile, lunga circa quanto il resto del corpo. Nella fase acquatica presenta una cresta dorsale poco sviluppata. La livrea è generalmente brunastra o verde oliva sul dorso, con grandi macchie scure nei maschi. Il ventre è di colore dall’arancio brillante al giallo pallido con macchie più o meno scure.

 

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.

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