L’antico castello d’Ischia e la valle del cerreto

Località: castello d’Ischia
Regione: Lazio – Nepi (VT)
Tipo Percorso: Escursionistico (E)
Difficoltà: Facile
Lunghezza: 6,5 Km (solo andata)
Dislivello: circa 100 mt
Tempo percorrenza: circa 3,5 ore (solo andata)
Ciclabile: No
Indicazioni: Scarse
Acqua potabile nel percorso: fontana inizio percorso
Note: Percorso facile, tranne alcuni tratti ripidi e passaggi stretti. Sono consigliati l’uso di bastoncini e scarpe da trekking antiscivolo e indumenti anti-strappo che coprano gambe e braccia. È sconsigliato a persone molto anziane o bambini piccoli con carrozzine.

Ristori: Assenti lungo il percorso

Orari di apertura
Attualmente aperto
Aperto: tutto l’anno

Contatti
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L’itinerario che porta alla tagliata dei Cavoni, parte dalla cascata di Cavaterra in piazza dei Bersaglieri. Ci troviamo di fronte ai Bastioni Sangalleschi del Castello dei Borgia, affacciandoci verso la cascata possiamo scorgere l’antico Mulino ad acqua e tutta la Valle Suppentonia o Forra che fiancheggia Nepi. La Forra è un elemento geomorfologico caratteristico del territorio, caratterizzato da valli delimitate da pareti sub-verticali scavate dalla millenaria azione erosiva dei torrenti sul substrato vulcanico formatesi tra 600.000 e circa 20.000 anni fa. Uscendo dalla piazza in direzione Selciatella, l’antica via Amerina, dopo circa 100 mt sulla sinistra troviamo una stradina sterrata (via del cardinale). Proseguendo il percorso manteniamo la destra e ignoriamo la strada a sinistra che incontriamo dopo 20 mt. Dopo un lieve discesa che passa vicino alla vecchia fontanella del Cardinale, arriviamo ad un ponte di legno e muratura. Dopo il ponte imboccare il sentiero di fronte e dopo una 20 di metri ci ritroviamo all’interno della tagliata dei Cavoni, vecchia via di comunicazione falische che univa le forre coi pianori tufacei.

All’interno della via possiamo notare i solchi lasciati dalle ruote e dai mozzi dei carri che vi passavano. Al primo incrocio interno guardiamo in alto e notiamo una piccola nicchia contenente una madonnina, questo tipo di edicola religiosa era detta “scacciaspiriti”, poiché serviva a dare coraggio e conforto ai viaggiatori che vi passavano. Proseguiamo verso sinistra e continuiamo a salire. Dopo circa 50 mt tra queste strette pareti coperte da muschio e felci, ci troviamo ad un altro incrocio, svoltiamo a destra e continuiamo la salita. Finalmente usciamo nel bosco della Massa, un vasto pianoro che si affaccia lungo il tratto del fronte nordoccidentale verso l’altura di Nepi. Gli insediamenti ritrovati al suo interno risalgono alla prima età del ferro, mentre le tombe che sono state rinvenute appartengono al periodo etruscho/falisco.

Continuiamo dritti verso la strada vicinale della massa, tenendoci il bosco sulla sinistra. Giunti sulla strada principale giriamo a sinistra e proseguiamo per circa 2 km. Arriviamo ad un incrocio di tre strade e dopo circa 1 km, si svolta a destra per poi proseguire dritti. Arrivati alla fine della strada, ci troviamo di fronte ad una sbarra con a destra un pannello con indicazioni turistiche del sito. Proseguiamo il sentiero costeggiando il bosco, tra prati e vallate. Sullo sfondo il monte Soratte fa da padrone su tutta il paesaggio. Finalmente davanti a noi notiamo la torre del castello. L’insediamento medievale di Castel d’Ischia, fa parte dei Castelli rupestri nei dintorni di Nepi. Sulla datazione dell’insediamento non sia hanno notizie certe, si sa solo che nel medioevo dipese dalla città di Nepi (1348) e nella meta del XV secolo, in documenti riguardanti gli Anguillara, viene citato come diruto. L’abitato sorge su uno sperone tufaceo, protetto su due lati da alti precipizi di circa 80mt che si affacciano sulle forre e sull’altro lato da mura ed un fossato artificiale. All’interno possiamo notare la torre medievale e i ruderi di numerose abitazioni recuperate da primitive tombe falische e cisterne. Cercando bene sul lato sud della parete, fuori dell’abitato, troveremo una piccola stradina scavata nel tufo che porta ai piedi della forra e al fosso del cerreto.

Lungo queste forre è facile trovare fossili conchiglie di ostrea, simbolo della presenza del mare in ere remote. Il rientro è per lo stesso cammino. Si consiglia di concludere l’escursione con una passeggiata nelle vie del paese, molto bello e caratteristico.

Che cosa vedere
Alloggi e punti di ristoro nelle vicinanze
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Approfondimenti
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Consigli Utili:
L’escursione non è uno sport di resistenza, quindi evitare la pressione del tempo e impostare il ritmo in modo che nessuno nel gruppo perda il fiato. Controllate sempre le previsioni meteo, visto che state passeggiando sulle rive dei torrenti potrebbe diventare molto pericoloso a causa di improvvisi allagamenti. Consigliato un telefono cellulare (numero per le chiamate di emergenza europeo 112). Una pausa puntuale serve per riposarsi, per godersi il paesaggio e la convivialità. Cibo e bevande sono necessari per mantenere le prestazioni e la concentrazione. Tenere sotto controllo i bambini, anche se ci sono delle staccionate, lungo il percorso passerete vicino a dei precipizi. Informate sempre le persone di fiducia su destinazione, percorso e via del ritorno. Resta insieme al gruppo. Per i solitari, fate attenzione: anche piccoli incidenti possono diventare gravi situazioni di pericolo. Rispettate la natura e non lasciare rifiuti. Non disturbate gli animali selvatici e da pascolo. Lasciate le piante intatte e non lanciate sassi nelle vallate.

Rischi e sicurezza:
I rischi che possono presentarsi durante l’escursione sono dovuti all’ambiente fisico-meteorologico-climatico e fattori ambientali indiretti:
Smarrimento: Se non esperti, fate sempre attenzione a non inoltrarvi in zone non battute e fuori dai sentieri.
Caduta di massi: nei percorsi che si affacciano su pareti di roccia, che percorrono brecciai è possibile incontrare delle frane. Il fenomeno del tutto naturale e accidentale in quanto legato a normali fenomeni di erosione ha dei rischi che aumentano in particolari condizioni atmosferico-meteorologiche come ad esempio in seguito a forti precipitazioni atmosferiche.
Fulmini: nel caso di temporale un pericolo molto grave è rappresentato dai fulmini. Evitare di sostare in luoghi aperti, sotto alberi isolati. Sono luoghi sicuri l’interno di grotte o rifugi (rimanendo comunque a più di un metro dall’entrata), nei boschi (prestate attenzione a posizionarsi sotto un albero più basso rispetto a quelli vicini).
Inondazioni: si consiglia in caso di pioggia, di evitare di sostare lungo i torrenti.
Vipere e altri animali: Il territorio ospita alcune specie di vipere, occorre evitare di frugare con mani e piedi sotto pietre o nell’erba alta. Se questo è necessario, utilizzare un lungo bastone. Come in tutti i boschi, anche altri animali possono essere pericolosi, come la zecca che si può trasmettere dagli animali selvatici dei boschi all’uomo e veicolare infezioni o alcune specie di ragni velenosi e scorpioni.

La flora nepesina:

La fauna nepesina:

Carta IGM Nepi 1:25.000

 

Pietro Palazzini

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